“I tecnici del Centro regionale della qualità dell’aria hanno costantemente monitorato i dati delle centraline presenti nella zona della raffineria (Galliavola, ad Ovest, Sannazzaro a Est, Ferrera Erbognone e Scaldasole a Nord, oltre alla centralina di Pavia Folperti ‘di confronto’), da cui non sono emersi significativi incrementi degli inquinanti misurati”. E’ quanto si legge in una nota diffusa dall‘Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Lombardia (Arpa), in cui si annuncia che oggi è stata trasmessa “agli enti coinvolti” una relazione sulle attività svolte dalle proprie squadre che, la mattina dello scorso 5 febbraio, “sono intervenute in emergenza per l’incendio all’impianto di desolforazione del gasolio ‘HDS2′ della raffineria Eni di Sannazzaro de’ Burgondi”.
“In particolare, per le misure del biossido di zolfo (SO2) sono stati registrati andamenti coerenti con quelli tipici dell’area anche in assenza di incendi, con incrementi che si rilevano frequentemente nella zona e che, comunque, sono sempre ampiamente al di sotto del valore limite di protezione della salute umana, pari a 350 microgrammi/metro3 come media oraria” ha spiegato sempre Arpa, aggiungendo che “per quanto riguarda i composti organici volatili (Voc), ricordando che la norma prevede solo il limite relativo alla concentrazione media annua del Benzene (5 microgrammi/metro3), si precisa che le centraline dell’Agenzia analizzano i valori di Benzene, Toluene e Xilene: è stato verificato che, anche nella fase acuta dell’evento, le concentrazioni di questi inquinanti non hanno mostrato incrementi significativi”.