Stimolando il cervello in profondita’ potrebbe curare l’anoressia cronica. La tecnica – basata sull’impianto di elettrodi in profondita’ nel cervello – e’ risultata sicura e capace di migliorare il peso e allo stesso tempo la salute mentale dei pazienti, con miglioramento dell’umore e del benessere e riduzione di ansia. Lo rivela un piccolo studio su 16 pazienti pubblicato sulla rivista The Lancet Psychiatry e condotto da Andres Lozano dell’Universita’ di Toronto. L’anoressia e’ la piu’ mortale di tutte le malattie psichiatriche. Ci sono donne che arrivano a soffrirne per un periodo lunghissimo e allora si parla di anoressia cronica.
Non sempre tale patologia, specie nelle forme piu’ gravi e durature, si puo’ controllare e risolvere con la psicoterapia e vi e’ urgente bisogno di nuove opzioni terapeutiche. Gli esperti hanno testato la stimolazione profonda – oggi in uso per il Parkinson – su 16 pazienti molto gravi che non avevano tratto giovamento alcuno dalle cure tradizionali. I neurochirurghi hanno inserito gli elettrodi e questi hanno ‘riattivato’ zone profonde del cervello implicate nella malattia e nel controllo dei comportamenti.
In tal modo le pazienti hanno visto il proprio umore migliorare, un miglior controllo dell’ansia e successivamente un graduale aumento di peso che, almeno in alcune di esse, ha riportato la situazione alla normalita’. La risonanza cerebrale eseguita prima e dopo l’impianto ha mostrato un aumento del funzionamento dei circuiti nervosi coinvolti nella malattia. Si tratta di buoni risultati anche se, rilevano gli esperti, si tratta di una terapia piuttosto invasiva e non scevra da effetti collaterali.