E’ salito a 15, e si sospetta un 16esimo caso, il bilancio dei bambini morti in seguito all’epidemia di morbillo in Romania. L’ultimo caso, riguarda un bambino di due anni, ricoverato il 30 gennaio. Il nuovo dato è stato annunciato dal Centro nazionale di supervisione e controllo per le malattie infettive. Sono stati confermati in totale, dall’inizio di gennaio, 2.433 casi di contagio (erano 2.319 a metà gennaio), concentrati in particolare nelle contee di Arad e Caras Severin. L’epidemia ha interessato 34 dei 41 distretti in cui è suddiviso il Paese, la maggioranza dei casi, si concentrano ad Arad (519), Caras-Severin (491) e Timis (325), tutti e tre nella zona occidentale del Paese al confine con la Serbia e l’Ungheria.
In Romania le vaccinazioni non sono obbligatorie e recentemente è cresciuto il fronte dei genitori che decidono di non vaccinare i propri figli. Esiste un calendario di vaccinazioni gratuite e raccomandate, come quelle nei primi giorni di vita contro l’epatite B, a due mesi l’esavalente e l’anti-pneumococco (che può fare il medico di famiglia), a un anno il vaccino contro parotite, rosolia e morbillo. In seguito al verificarsi dell’epidemia di morbillo il ministero della Salute romeno ha modificato lo schema di vaccinazioni e ha anticipato la prima dose del vaccino contro morbillo, rosolia e parotite a nove mesi invece che a un anno di età. “Ci sono 300mila dosi di vaccino a livello nazionale che saranno distribuite a i medici di base“, ha spiegato il portavoce del minsitero Valentin Popescu invitando alla vaccinazione.