Se San Valentino, in Inghilterra, è l’occasione, per gli innamorati più timorosi, di inviare doni e biglietti, restando nell’anonimato perché non hanno il coraggio di dichiarare il loro amore apertamente, in Kenya, per esempio, le donne donano al proprio sposo una zucca colma di vino di palma, ricevendo in cambio un pezzo di focaccia di tiglio. In seguito i due innamorati bevono insieme da una “coppa dell’amore”. In Brasile ci si cimenta in prove di resistenza con la “prova del tronco”. I giovani si sfidano correndo per 6 km con un tronco di barauna ed il vincitore ottiene il diritto di ballare con l’amata. Per la tribù dei Wodaabe nel Niger è tempo di danze: le ragazze, infatti, sono chiamate a scegliere il proprio compagno tra tutti i ballerini che per l’occasione ricoprono il loro corpo con collane, vestiti colorati e copricapi.
Anche i Samburu, in Kenya, si cimentano in particolari danze dell’amore destinate al corteggiamento che terminano con i giovani che gettano il loro ciuffo di capelli sul viso dell’amata che, se non si mostra contrariata, aspetta di ricevere in dono da lui una collana di perline. In Ungheria, nel giorno di San Valentino ragazzi e ragazze sono soliti andare nei boschi a raccogliere bucaneve; In Galles ci si regala dei cucchiai di legno intagliati; nel mondo islamico la tradizione prevede che l’uomo dimostri il suo amore dando prova di resistenza al dolore. Di solito alla donna viene donato un fazzoletto bagnato di sangue come prova di coraggio e di forza. In Finlandia il 14 febbraio è il giorno dedicato all’amicizia e uno dei regali più gettonati è un coupon per accedere ad un centro termale; mentre in Danimarca sono le donne che chiedono ufficialmente la mano dei loro innamorati. La tradizione risale al Medioevo, quando la regina scozzese Margareta stabilì che solo a febbraio una donna potesse chiedere all’uomo di sposarla.
In caso di rifiuto, la dama aveva diritto a essere risarcita con 12 paia di guanti di seta. In Danimarca, i giovani sono soliti inviare fiori bianchi (gli “snowdrops”) ai loro amici, mentre gli uomini più maturi inviano cartoline particolari di auguri, non firmate e con poesie in rima. In Romania, la festa degli innamorati si chiama Dragobete, e cade il 24 febbraio. Dragobete è nella mitologia rumena il figlio di Baba Dochia, che rappresenta a sua volta l’impazienza degli uomini nell’attesa dell’arrivo della primavera.In Giappone, invece, le vere protagoniste sono le donne che regalano cioccolatini al proprio innamorato, alla persona cui vogliono dichiarare il loro amore, ma anche ai colleghi, ai datori di lavoro e agli amici. Gli uomini che hanno ricevuto il dono di San Valentino, hanno poi l’obbligo di ricambiare un mese dopo, esattamente il 14 marzo, donando del cioccolato bianco nel giorno denominato White Day.
Per evitare equivoci, esistono due tipi di cioccolatini: l’Honmei Choco che viene donato solo al ragazzo di cui si è innamorati, e il Giri Choco, legato ai sentimenti di amicizia e riconoscenza. Per chi è rimasto a bocca asciutta, non dovrà far altro che offrire spaghetti al nero di seppia il giorno del Black Day che ricorre il 14 aprile. In Cina celebrano San Valentino agli inizi d’agosto, col celebre Festival Qixi, che si rifà ad un’antica storia ancestrale. Si narra che la fata di nome Zhinu si innamorò di un giovane contadino, Niulang. Tra i due fu amore a prima vista tanto che decisero di sposarsi. Fu allora che la dea del cielo, nonché madre della fata, decise di creare la Via Lattea per separare i due amanti che possono vedersi solo una volta l’anno, proprio nel Festival Qixi, in cui i cinesi offrono frutta in onore della fata, auspicando di trovare l’amore o di non perderlo.