Sono italiani i nuovi rilevatori di oggetti astronomici, permetteranno di esplorare buchi neri e pulsar

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Nel 2020 sarà possibile esplorare con un dettaglio senza precedenti alcuni degli oggetti astronomici piu’ estremi, come buchi neri, stelle di neutroni e pulsar. L’appuntamento è con la missione Ixpe (Imaging X-Ray Polarimetry Explorer), attraverso cui la Nasa inviera’ nello spazio tre rivelatori frutto della ricerca scientifica italiana, da posizionare al fuoco di tre telescopi satellitari. Gli artefici del cuore tecnologico della missione sono stati i ricercatori dell’Infn con i fisici dell’ateneo pisano. Al progetto collaborano anche i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, che insieme ai colleghi metteranno a punto i Gas Pixel Detectors (Gpd), rivelatori per raggi X sensibili alla polarizzazione, mentre l’Agenzia Spaziale Italiana metterà a disposizione la sua base di Malindi per la ricezione dei dati.

“Gli studi che si potranno realizzare – spiega il ricercatore pisano Luca Baldini – ci permetteranno di rispondere a domande fondamentali circa alcuni degli ambienti piu’ estremi del cosmo. Studiare la polarizzazione dei raggi X emessi dallo spazio che circonda buchi neri e stelle di neutroni, potra’ aiutarci a chiarire la natura di questi oggetti elusivi”. Secondo Rolando Bellanzini, dell’Infn di Pisa e ideatore del Gpd, la missione introduce “una nuova finestra osservativa sull’universo”, perche’ questo genere di rilevatori sono i primi a misurare contemporaneamente tutte le proprieta’ trasportate dai fotoni X emessi da sorgenti celesti: sono in grado di misurare la direzione di arrivo del fotone (quindi la posizione della sorgente), la sua energia, il tempo di arrivo e, per la prima volta, anche la direzione del campo elettrico associato al fotone assorbito dal rivelatore. Misurando la direzione del campo elettrico di un numero adeguato di fotoni emessi da una sorgente X, sara’ finalmente possibile misurare con grande sensibilità la polarizzazione della radiazione emessa, ricavando informazioni uniche e finora inaccessibili sulla geometria delle distribuzioni di massa e dei campi della sorgente stessa. 

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