“Voglio fare una passeggiata spaziale”. Paolo Nespoli, classe 1957, tornerà nello Spazio per la terza volta: dieci anni dopo la prima missione, sei anni dopo la seconda. Un intervallo di tempo che, nel settore aerospaziale, è enorme. “Per tutta una serie di ragioni non sono riuscito a fare la passeggiata – dice Nespoli conversando con l’Agi – Quella è l’esperienza che mi manca davvero e che vorrei aggiungere. Farò il possibile”. In queste settimane l’astronauta sta girando il mondo, dall’Italia alla Germania, dalla Russia agli Stati Uniti e al Giappone per ultimare i preparativi di ‘Vita’, questo il nome della terza missione di lunga durata dell’Asi (Agenzia spaziale italiana) che da maggio lo vedrà protagonista.
Dalla prima missione, “la Stazione Spaziale Internazionale è rimasta la stessa – sottolinea Nespoli – Io l’ho conosciuta già completa e, più o meno, funziona come allora. Quello che è cambiato è l’utilizzo che noi ne facciamo. La qualità e quantità degli esperimenti in orbita è nettamente migliorata.Gli astronauti oggi sono molto più efficienti: le procedure e l’equipaggiamento sono più funzionali e ti permettono di fare più cose. Mi aspetto che il lavoro sia intenso, come era prima, ma più efficace”. Nespoli è stato il primo astronauta europeo a fare un tweet, smentendo molti scettici, convinti che questo tipo di comunicazione avrebbe generato tutta una serie di problemi. Oggi è impossibile non utilizzare i social.
“Sto guardando e studiando le varie piattaforme che sono cosi’ familiari alle nuove generazioni. Misurarmi con questi nuovi metodi di comunicazione per me è una grande sfida. – osserva Nespoli – Sto cercando di adeguarmi. Quindi non so cosa farò. L’ultima volta ho utilizzato twitter in maniera uni-direzionale, dallo Spazio verso la Terra, però ha funzionato. Io cercherò di essere semplice, di comunicare le mie emozioni, di fare in modo di portare più gente possibile con me“. Le sue condizioni di salute sono buone. “Se non mi fossi sentito bene non sarei tornato in orbita. – chiarisce – Non ho sentito un particolare invecchiamento o indebolimento a livello fisiologico. Quando rientri per le prime settimane non stai benissimo ma il recupero e’ sempre stato al 100%. Non ho paura, anzi”. Alla domanda se considera un record volare per la terza volta Nespoli risponde di sì: “volare per la terza volta significa mettere a frutto l’investimento che le agenzie spaziali hanno fatto su di te ma anche l’investimento che ho fatto su me stesso. Sembra solo giusto poter fare questa missione”.