L’Europa dello Spazio può essere più forte solo se unita: soltanto così potrà competere a livello internazionale e affrontare nuove sfide. Lo ha detto oggi il direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), Jan Woerner, davanti alla Commissione Attività Produttive della Camera. Woerner durante la presentazione alla Commissione di una relazione sulle strategie spaziali per l’Europa, alla luce anche della conferenza interministeriale tra i 22 Paesi membri dell’Esa del dicembre 2016, ha evidenziato l’importanza dello spirito europeo che esiste alla base dell’Agenzia Spaziale Europea e del valore aggiunto che potrà fornire per affrontare le sfide future, in uno Spazio 4.0, costituito da un’interazione sempre più stretta fra le attività spaziali e la società, nella quale si armonizzano competenze diverse, come quelle di pubblici e privati, della politica e dell’industria.
Woerner ha esplicato come, con l’arrivo di molte potenze e delle industrie private, non solo siano cambiati gli attori, ma anche degli scopi: non è più in atto una ‘corsa’ allo Spazio, ma la ricerca di prodotti commerciali. “Sono nato nel 1954” – ha detto Woerner – e miei genitori mi spiegavano che l’Europa era il futuro e che si doveva arrivare agli Stati Uniti d’Europa. Oggi quest’idea è un po’ trascurata, ma io lotto perché possa esistere uno Spazio Unito d’Europa“. “Insieme – ha aggiunto – possiamo fare cose che nessuno Stato membro da solo potrebbe mai fare”. Occorre una mentalità europeista e per questo il direttore generale dell’Esa ha fatto l’esempio della nazionalità degli astronauti, che “non sono italiani, francesi o tedeschi, ma europei che parlano con un accento italiano, francese o tedesco, sono europei e vivono come una squadra. Vorrei che l’Europa fosse cosi'”.