I terremotati del Centro Italia, soprattutto quelli marchigiani, riuniti in sit-in per la seconda volta in Piazza Montecitorio, fanno sentire forte la loro voce e raccontano le proprie storie. Ci sono coloro che vivono in roulotte, nei camper, con temperature che la notte finiscono sotto lo zero, ci sono coloro che sono stati ‘trasferito’ lontano da casa ma non si danno per vinto e vogliono tornare al paese, e ci sono coloro che hanno perso casa e lavoro, coloro che non si rassegnano e chiedono una risposta alla politica. “Da tre mesi – dice Fulvio Santoni di Camerino (Macerata) – vivo ospite di mio fratello. Non posso continuare cosi’. Nel ’97, ricordo, quando ci fu il terremoto di Colfiorito, dopo tre mesi eravamo tutti nei container, ora no. Cosa fanno i commissari straordinari? Mi sembra che perdano solo tempo”.
Gli fa eco Roberta Giacobetti, di Collespada di Accumoli (Rieti): “Dal 30 ottobre chiediamo la rimozione delle macerie. L’amministrazione si dia una mossa e chieda i mezzi necessari!”. Sconsolato anche Carlo, di Ussita (Macerata): “C’è una stasi tale che noi stessi cittadini non sappiamo a chi rivolgerci ed è vergognoso che per le tensostrutture, in una situazione di emergenza come questa, siano stati fatti appalti. Dormo in un camper da mesi e di notte la temperatura scende anche a -14 gradi, come faccio a continuare cosi’?”. Ha perso tutto Tullio Belli di Visso (Macerata): “Ho comprato un camper usato dell’88, insieme a mia moglie vivo lì perché non voglio essere deportato. Da tre mesi mangiamo alla mensa nella tenda dei militari, le casette non arrivano. Facevo il commerciante e ho messo tutta la merce del mio negozio ormai inagibile in un camion che ho affittato, perché i container per le attività commerciali non sono mai arrivati”. C’è anche Massimo di Marciano di Romagna (Rimini), che non è terremotato ma vuole rendersi utile: “Ho messo a disposizione i miei mezzi per spalare la neve, portando sei turbine, e quando siamo arrivati a Campotosto ci hanno bloccati perché, hanno detto, dovevamo forse fare domanda alla Protezione Civile. Ecco come si blocca un Paese”.