“L’impostazione data alla ricostruzione non funziona”, lo ha detto il sindaco di Visso Giualino Pazzaglini, a margine della consegna di una donazione da parte della Fondazione Cariverona. “Non funziona – ha aggiunto – perché si è cominciato male e si sta continuando peggio. Continuare con quello che io ho definito invertimento dell’ordine naturale delle cose sta creando molti piu’ problemi di quelli che dovrebbe risolvere”. Per Pazzaglini, che chiede di tornare al modello della ricostruzione post sisma del 1997 (“uno dei migliori in Italia”) “è ora di riportare tutto su binari giusti”. Il che “significa che la Regione controlla e i Comuni eseguono, e non viceversa, come ci e’ stato chiesto l’altro ieri, per cui noi dovremmo fare le schede Aedes e poi l’ufficio speciale per la ricostruzione in carica per la realizzazione”. Pazzaglini ha citato le stalle come “esempio lampante”, che “sarebbe grottesco se non fosse vero”.
E ha invocato “il ritorno all’ordine naturale delle cose: i Comuni ricostruiscono la parte pubblica, la Regione e chi sopra controlla e cominciamo a far partire una ricostruzione sul modello del ’97, che ha dimostrato di essere uno dei migliori in Italia, magari correggiamolo nelle parti che non andavano, pero’ recuperiamolo perche’ a me sembra che sia stato buttato il bambino con l’acqua sporca, ma purtroppo con loro anche le nostre comunita’ e io questo non ho intenzione di accettarlo”. Le Sae per Visso – ha detto – “sono state ordinate perche’ mi sono preso la responsabilita’ di certificare un dato. Ovviamente l’ho fatto con cognizione di causa e con elementi oggettivi, pero’ questo e’ uno degli altri impedimenti, perche’ purtroppo si sta gestendo questa ricostruzione come se tutti gli amministratori pubblici fossero dei delinquenti da tenere sotto strettissimo controllo”.
Secondo il primo cittadino di Visso “questo fa si’ che molti miei colleghi siano spaventati dall’assumersi delle responsabilita’ e di fatto tutti i procedimenti rallentano”. Ad esempio, a proposito delle Sae, “sarebbe configurabile un danno erariale qualora il numero delle strutture ordinate non fosse corretto. ma questo – a giudizio di Pazzaglini – sara’ inevitabile. Nella norma i possibili beneficiari sono tre: coloro che hanno casa in zona rossa, quelli che hanno la classificazione F (inagibilita’ per cause indotte) e quelli che hanno la casa con classificazione E (danni strutturali importanti). E’ evidente che le prime due categorie possono subire modificazioni”. “Aspettare di avere il numero esatto del fabbisogno – ha incalzato – significa arrivare a zero, certificare il numero esatto di casette necessarie significa non realizzarle mai”. Il sindaco di Visso chiede che si faccia “un punto ad oggi, con l’accettazione dei rischi che ne conseguono, cioe’ che si possa sbagliare di una, due o tre unita’. Pero’ e’ fisiologico: su 300 strutture ordinate tra casette e attivita’ produttive, l’1% di margine di errore puo’ esserci, uno non deve essere terrorizzato di dovere andare a spiegare alla Corte dei CInti perche’ ha ordinato tre casette in piu’. E’ assurdo – ha concluso -, pero’ questo sta bloccando la ricostruzione”.