“Avviciniamo gli sfollati della Valnerina che si trovano al lago Trasimeno alla loro terra”: è l’esortazione espressa, parlando con l’ANSA, da monsignor Renato Boccardo, vescovo di Spoleto-Norcia. Qualche giorno fa – ha aggiunto – il sindaco di Spoleto, Fabrizio Cardarelli, mi suggeriva l’ipotesi di trasferirli negli hotel della sua città, dato che molti sono vuoti: “Credo che sia una buona idea”. “La gente – ha osservato ancora mons. Boccardo – vuole tornare quanto prima nelle proprie città. Sappiamo che al momento e’ complicato, ma se ci fosse la possibilità di avvicinare le persone alle loro case, ai luoghi dove sono nati e cresciuti, sarebbe importante sia per un aspetto morale e psicologico, sia sotto il profilo lavorativo: cosi’ si darebbe un aiuto anche alle imprese del territorio, in questo caso agli albergatori, che tanto stanno soffrendo”. Favorire quindi la ripresa economica delle zone colpite dal sisma e agevolare “per quanto possibile la ricomposizione delle famiglie, in tal senso il riavvicinamento non risolverebbe del tutto il problema, ma potrebbe essere di aiuto, ad esempio, a coloro che a Norcia vanno ogni giorno per lavoro“, ha sottolineato Boccardo, che si è detto preoccupato anche per “il rischio di uno spopolamento di Norcia e degli altri centri. Rischio – ha affermato – che non possiamo correre e quindi occorre fare presto perché questa gente torni per sempre nelle proprie terre e trovi qui un alloggio sicuro che possa restituire loro un po’ di serenità”.