Biotechm, Palmisano: “Fare startup è più facile che 10 anni fa, il governo Renzi aveva fatto passi importanti”

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Creare oggi una startup nel campo del biotech e del biomedicale è più facile rispetto a dieci anni fa, sopratutto grazie ad un quadro normativo più favorevole, alla nascita di investitori specializzati nel settore e alla maggiore confidenza con cui i ricercatori-imprenditori parlano il linguaggio del business. Lo afferma Riccardo Palmisano, presidente di Assobiotec, che fa il punto della situazione al ”BioInItaly Investment Forum & Intesa San Paolo StartUp Initiative”. La manifestazione, giunta alla decima edizione, ha l’obiettivo di far incontrare imprese e progetti innovativi alla ricerca di capitali con investitori finanziari e corporate da tutto il mondo. Dal 2008 a oggi ha visto realizzati oltre 23 milioni di euro di investimenti in 15 startup innovative.

Il progetto ha selezionato e formato più di 130 startup finaliste, portandole all’incontro con 1.600 aziende e investitori. Anche quest’anno, attraverso un roadshow, ha raccolto progetti e candidature da tutta Italia: una ventina di realta’ hanno potuto seguire un percorso formativo e 15 finaliste hanno avuto accesso all’Investment Forum di Milano. Si tratta di sette imprese e progetti biotech e otto attivi nel settore healthcare e biomedicale, che oggi e domani avranno la possibilita’ di presentare il proprio progetto e business plan agli investitori. ”BioInItaly attrae sempre piu’ investitori da tutto il mondo – afferma Palmisano – a testimonianza dell’alto livello della nostra ricerca biotech che ha tutto il potenziale per farsi impresa e creare valore a beneficio del sistema Paese. Fare startup oggi e’ piu’ facile che 10 anni fa, per tre fattori: innanzitutto gli imprenditori stanno migliorando nel proporre la loro scienza attraverso il linguaggio del business; poi stanno nascendo investitori specializzati nel biotech e nelle scienze della vita; infine, le istituzioni hanno iniziato a creare condizioni piu’ favorevoli, attraverso norme come il credito d’imposta, il patent box e lo stato di piccola-media impresa innovativa. Abbiamo cominciato a muoverci nella direzione giusta: ora dobbiamo vedere se siamo capaci di arrivare”.

“Questo governo, ma direi più forse lo scorso, di cui questo è erede, aveva fatto passi importanti nella direzione di sostenere la ricerca e l’innovazione del paese ed in particolare le start Up. Dal credito di imposta al patent box, passando per il riconoscimento di piccola e media impresa innovativa. Questi sono fatti e non chiacchiere. Un altro elemento importante – aggiunge – è stato l’avvio del progetto dello Human Technopole, che vediamo forse un po’ ristagnare senza la spinta dello scorso presidente del consiglio, ma che è stato stabilito e che naturalmente deve essere tutto costruito. E’ una grande opportunità del Paese”. certamente sulle start up “ancora molto si deve fare soprattutto sulla parte fiscale. So che si sta lavorando anche per una riduzione della tassazione, parlando di venture capital, dell’exit dell’investimento se si investe in una impresa innovativa”, precisa il presidente di Assobiotec.
Intanto l’associazione che fa capo a Federchimica ha chiesto al Governo “una estensione del credito di imposta per quello che riguarda le imprese delle scienze della vita che hanno tempi molto lunghi, non soltanto sulla spesa incrementale ma sulla spesa totale. Nella scienza della vita e nelle biotecnologie per la medicina, un’azienda, che entra i una fase di sperimentazione, può spendere per alcuni anni una cifra sovrapponibile a quella degli anni prima e quindi, in questo modo, non interverrebbe nelle agevolazioni del credito di imposta che è solo sull’incrementale”.
Conclude: “parliamo con la voce della comunità europea che considera la biotecnologia una delle tecnologie abilitanti per il futuro e parliamo sulla base di esperienze di altri paesi che già lo hanno fatto. Un occupato nella biotecnologia porta cinque occupati nell’indotto”. “Quindi certamente la biotecnologia, non soltanto nelle scienze della vita, ma anche quella agroalimentare e ambiente industriale, può essere un volano sia per il prodotto interno lordo, sia per l’occupazione del paese” prosegue sottolineando che in Italia “convivono una eccellenza scientifica riconosciuta in tutto il mondo con una scarsa capacità di far passare questa scienza in brevetti e, conseguentemente, in impresa visto che la proprietà intellettuale è alla base di ogni iniziativa imprenditoriale”.
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