Quibdo è una simpatica città della Colombia nord-occidentale, lungo il versante pacifico, ed è capoluogo del dipartimento del Chocò, ritenuto come uno dei luoghi più piovosi del pianeta. La città di Quibdo è posizionata all’interno di una vasta area (70 s.l.m.) ricoperta per intero dalla splendida foresta pluviale, tanto che non lontano dal centro abitato sorge uno dei parchi più belli della Colombia. Le coordinate geografiche sono di circa 5.4’ di latitudine nord e i 76.4 di longitudine ovest. Il centro abitato venne fondato da Francisco de Otra, Pedro Cáceres e Manuel Cañizales nel 1664, mentre l’istituzione del comune è del 30 maggio 1823. Oggi la piccola città colombiana si estende su una superficie di circa 3.337 km² e conta non più di 110.000 abitanti, secondo i dati forniti dall’ultimo censimento del 2005. Quibdo rientra pienamente nel clima caldo e umido della regione del Chocò, caratterizzato da precipitazioni abbondanti quasi tutto l’anno e assenza di una vera e propria stagione secca, insomma un clima di tipo equatoriale a tutti gli effetti, ideale per la crescita della fitta foresta pluviale. Non per caso la regione del Chocò è una delle zone più piovose, non solo del continente americano, ma dell’intero pianeta. Ma ora cerchiamo di analizzare tutti i fattori che rendono l’area talmente umida e piovosa. Nella regione del Chocò, come un pò in tutte le aree del sud America che si affacciano sull’oceano Pacifico, il clima viene fortemente influenzato dai venti e dalle correnti oceaniche. Qui per gran parte dell’anno domina una corrente marina calda che trasporta enormi quantità di masse d’acqua calde in superficie, da ovest ad est, che dall’oceano Pacifico equatoriale si muovono in direzione delle coste panamensi e colombiane.
A seguito del transito di questa importante corrente calda oceanica, denominata anche col termine di “corrente di Panama”, affluiscono pure dei venti, dalla spiccata componente occidentale, che trasportano flussi di aria molto umida e calda (quindi stracarica di vapore acqueo) che si spingono verso le coste di Panama e della Colombia settentrionale. Qui queste correnti molto umide e calde, cariche di vapore acqueo, una volta giunte in prossimità delle coste pacifiche colombiane, incontrano gli imponenti rilievi della Cordigliera occidentale, che rappresentano l’estremo lembo settentrionale delle Ande. Le masse d’aria umide e calde provenienti dall’oceano Pacifico equatoriale una volta incontranti i rilievi della Cordigliera occidentale colombiana sono costrette a sollevarsi verso l’alto favorendo lo sviluppo di intensi moti convettivi sui versanti sopravento che generano imponenti addensamenti cumuliformi (cumuli e cumulonembi molto ben sviluppati in altezza).
Diciamo che la “forzatura orografica” (stau) imposta dalle montagne della Colombia nord-occidentale ai venti sempre umidi e caldi da Ovest gioca un ruolo fondamentale agevolando il continuo formarsi di annuvolamenti e grossi cumulonembi temporaleschi che portano piogge e temporali. Le nuvole cumuliformi che si formano quotidianamente sui versanti più occidentali della Cordigliera sono la causa dei frequenti rovesci di pioggia, degli acquazzoni e dei forti temporali che colpiscono la regione del Chocò, facendo di questa una delle aree più piovose dell’intero pianeta. Ciò spiega perché le immagini e le moviole dei satelliti NASA e del NOAA, mostrano nell’area del Chocò il continuo e ininterrotto sviluppo di “Clusters” e grosse cellule temporalesche che spesso apportando autentici diluvi equatoriali. Tra la regione del Chocò e il vicino confine con Panama mensilmente cadono poco più di 400 mm d’acqua, mentre in tutto l’anno possono cadere dai 5000 ai 6000 mm l’anno.
In alcune zone e località del Chacò settentrionale, sopra i 4’ di latitudine nord, non lontano dal confine panamense, possono cadere anche più di 8000-9000 mm di pioggia l’anno, un dato davvero esorbitante anche per una regione dal classico clima equatoriale. Ma in alcuni punti lungo le pendici dei versanti ovest della Cordigliera occidentale gli apporti pluviometrici tendono a farsi davvero impressionanti, per non dire sconvolgenti, con picchi superiori ai 10.000 mm annui.
Ciò è da imputare alla quotidiana esposizione di questi versanti montuosi all’umidissima e calda ventilazione occidentale trasportata dalla Corrente equatoriale di Panama, l’impatto di queste masse d’aria stracariche di vapore con i baluardi orografici determina imponenti annuvolamenti convettivi a cui sono associate piogge e violenti temporali. Ma facciamo qualche esempio pratico. Lloro, tuttora, è probabilmente la città più piovosa del mondo, con una media annua impressionante, stimata di ben oltre 13.300mm. La vicina cittadina di Tutunendo ha una media annua di circa di 11.394 mm, ben distribuiti durante tutti i mesi. Tutunendo è molto famosa negli archivi climatologici internazionali per il suo record pluviometrico assoluto di “26.303 mm” annuali, stabilito nel 1974. Nessuna località del mondo finora ha potuto fare di meglio.
Neppure le rivali di sempre, le indiane Cherrapunji e Mawsynram, il cui carico precipitativo si concentra rigorosamente tra i mesi di aprile e ottobre (periodo del Monsone di SO), possono permettersi simili performance, mentre sul Chocò la pioggia cade costante tutto l’anno (particolare non di poco conto). Tanto per rimanere in tema parliamo della città Quibdo che riceve durante l’anno la bellezza di oltre 7977 mm di pioggia. Di questi quasi 8000 mm ben oltre 897 mm cadono solo nel mese di agosto, statisticamente il più piovoso, e oltre 497 mm vengono scaricati in febbraio, ritenuto il mese meno piovoso. Nell’annata del 1939, secondo i dati dell’istituto di meteorologia colombiano, Quibdo ricevette l’accumulo record di oltre 15.000 mm di pioggia nel giro di un anno. Man mano che dal versante occidentale della Cordigliera ci si allontana in direzione della costa pacifica notiamo che gli accumuli pluviometrici annuali e mensili tendono un pò a diminuire, attestandosi su punte di 2000-3000 mm.
L’attenuazione del fenomeno dello “stau” e la minore influenza dei rilievi all’umidissimo flusso dei venti occidentali, determinano una drastica riduzione della piovosità lungo la linea di costa. Interessante è anche il dato della diminuzione di piovosità man mano ci si sposta da nord a sud, lungo le coste colombiane di sud-ovest. A Tumaco cadono non più di 2974 mm annui, gran parte di questi millimetri si registrano nel periodo compreso fra gennaio e giugno, quando la calda Corrente di Panama trasporta le masse d’aria calde e umide in direzione delle coste pacifiche colombiane, esaltando ulteriormente l’attività convettiva su di essa.
Nella Colombia meridionale, vicino i confini con l’Ecuador, malgrado la maggiore vicinanza all’equatore geografico, si ha anche una parziale stagione secca che si verifica da Luglio a Dicembre, mesi in cui la fredda corrente di Humboldt (o corrente del Peru) che risale dai mari antartici lungo le coste cilene e peruviane, si spinge con i suoi margini più settentrionali sino in prossimità dell’arcipelago delle Galapagos (ciò rende questo tratto di Pacifico meridionale molto pescoso e ricco di vita). La fredda corrente di Humboldt è seguita da venti meridionali (sovente paralleli alla linea di costa), un pò più freschi e secchi che inibiscono notevolmente l’attività convettiva rendendo l’atmosfera molto più stabile. Scendendo ulteriormente verso sud, fra l’Ecuador e le coste settentrionali del Peru, si sperimenta la sempre più marcata influenza della corrente di Humboldt che con le sue fredde acque superficiali raffredda sensibilmente l’aria rendendo il clima ancora più secco e scarsamente piovoso, per via dei costanti e freschi venti meridionali che rendono quasi impossibile la formazione di nubi e annesse precipitazioni.
L’azione della fredda corrente marina di Humboldt provoca un brusco raffreddamento delle acque superficiali del Pacifico orientale, nel tratto antistante le coste cilene, peruviane e ecuadoregne, dove i valori delle acque in genere si mantengono sui +16°C +17°C. Le fredde acque superficiali inibiscono cosi l’attività convettiva, favorendo al contempo la formazione di una permanente “inversione termica”, negli strati più bassi della troposfera, a contatto con la fredda superficie oceanica. In pratica le masse d’aria stagnanti negli strati più bassi, sopra le fredde acque oceanica, si raffreddano ulteriormente, divenendo più fredde della colonna d’aria sovrastante, con divari di oltre i +5°C +6°C fra le masse d’aria presenti a 10 metri e quelle presenti sopra i 600-800 metri. Questa particolare condizione di “inversione termica” rende l’atmosfera molto stabile, impendendo l’insorgenza dei moti convettivi (moti ascensionali) con il conseguente sviluppo della nuvolosità cumuliforme necessaria per produrre le precipitazioni nell’area tropicale.
Lo strato di inversione ostacola la formazione di qualsiasi tipo di addensamento cumuliforme, garantendo una certa stabilità e clima secco, con prevalenza di cieli sereni o poco nuvolosi. Per questo motivo lungo le coste peruviane e su quelle ecuadoregne non si registrano piogge da diverso tempo, mentre il clima si presenta secco, fresco e assolato. Solo durante gli anni di El Niño l’influenza della fredda corrente di Humboldt si fa meno intensa, ciò fa in modo che gli annuvolamenti e quindi le precipitazioni da essi apportati riducano sensibilmente la portata della stagione secca fra il sud della costa colombiana e ecuadoregna.