Da che cos’è lo screening oncologico, fino alle varie tipologie di esame e a chi sono rivolte. Altroconsumo, l’associazione per la tutela e difesa dei consumatori, in ‘Diritti in Salute’, elenca e spiega tutto ciò che è opportuno sapere per aderire a questo servizio fondamentale per la diagnosi precoce. Obiettivo del progetto ‘Diritti in Salute’, nato dalla collaborazione tra Altroconsumo e Acu, associazione consumatori utenti, e finanziato dal ministero dello Sviluppo economico, è dare una risposta ai dubbi più comuni in materia sanitaria. Ecco, in sintesi, le principali informazioni utili ai cittadini, negli approfondimenti dedicati al servizio per la diagnosi precoce offerto gratuitamente dal Ssn:
– COS’E’ LO SCREENING ONCOLOGICO? E’ un’attività di indagine diagnostica effettuata sottoponendo la popolazione ad un esame mirato a rilevare uno specifico tumore. L’intento dello screening è di passare al setaccio le persone sane per individuare i casi di tumore nelle fasi iniziali non sintomatiche o negli stadi pre-cancerosi, quando si può intervenire in modo più conservativo e con possibilità di guarigione più alte rispetto a quando il tumore ha già manifestato la sua presenza. Lo screening non è rivolto a persone che hanno già disturbi o segni riconducibili ad una patologia tumorale, ma è rivolto ai sani sintomatici e mira a rilevare i casi agli esordi. Gli screening coinvolgono solo quelle fasce della popolazione che più possono beneficiare dall’essere sottoposte ad indagini a tappeto.
– QUALI SONO GLI SCREENING ONCOLOGICI OFFERTI A LIVELLO NAZIONALE? I test di screening offerti a livello nazionale, che rientrano nei Livelli essenziali di assistenza, sono: Mammografia, esame offerto gratuitamente ogni 2 anni per la prevenzione del tumore al seno alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni; Pap test/Hpv test, esame offerto ogni 3 anni per la prevenzione del tumore del collo dell’utero alle donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni; sangue occulto nelle feci, esame offerto ogni 2 anni a uomini e donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni per la prevenzione del tumore del colon retto; rettosigmoidoscopia, esame offerto in alternativa al sangue occulto nelle feci a uomini e donne tra i 58 e i 60 anni, da effettuare una volta nella vita per la prevenzione del tumore del colon retto. Bisogna però tenere presente, sottolinea Altroconsumo, che le singole regioni possono ampliare l’offerta, allargando la fascia d’età inviata a partecipare allo screening, sempre rimanendo nel solco di quanto emerso negli studi che ne hanno valutato benefici e rischi.
– PERCHE’ LO SCREENING NON SI FA PIU’ FREQUENTEMENTE O PRIMA DI QUANTO PREVISTO DAL SSN? Le età di inizio e fine, così come l’intervallo di tempo tra un esame di screening e quello successivo, spiega Altroconsumo, si basano su una ponderazione dei dati di efficacia e sicurezza degli screening, facendo un attento bilancio tra i benefici desiderati (ridurre la mortalità nella popolazione e ricorrere a terapie meno invasive, demolitive e destruenti) e i potenziali rischi degli screening: false rassicurazioni (i falsi negativi), i falsi allarmi (i falsi positivi) e le ben peggiori sovradiagnosi e sovratrattamento, cioè il rilevamento e il trattamento (chirurgico, farmacologico, radiologico) inutile di tumori indolenti che a conti fatti non si sarebbero mai rivelati, né avrebbero causato alcun problema nelle persone invitate a fare l’esame. La periodicità con cui si è invitati a fare l’esame non è decisa a caso, ma deriva prima di tutto dalla conoscenza della storia naturale della malattia che si ricerca (come si evolve e in quanto tempo), in modo da scegliere un intervallo tra un esame di screening e l’altro che garantisca il miglior equilibrio tra rischi e benefici secondo le attuali evidenze scientifiche
– PERCHE’ NON SI FANNO SCREENING PER TUTTI I TUMORI? Uno screening organizzato è utile quando riguarda una malattia molto rilevante per la Salute pubblica, ribadisce Altroconsumo. Un esame di screening è utile solo quando una diagnosi precoce comporti netti vantaggi rispetto a una diagnosi in fase sintomatica o più tardiva, cosa che non va data per scontata: ci sono tumori con ottime chance di guarigione anche se diagnosticati in fase sintomatica e tumori con pessime chance di guarigione anche se scoperti precocemente. Ci sono tumori che evolvono rapidamente e che non si prestano allo screening e tumori con periodi di sviluppo più dilatati, che invece si prestano bene a essere ricercati dagli screening. Per ultimo, aggiunge Altroconsumo, ci sono tumori per natura così lenti a svilupparsi e a fare danni, che sarebbe meglio non ricercarli: le possibilità che diano problemi di Salute e morte sono infatti molto più basse delle probabilità di essere danneggiati dalle complicazioni e dagli effetti indesiderati delle cure e degli interventi chirurgici. Infine, un tumore va cercato a tappeto con uno screening solo se esiste una terapia o un intervento di comprovata efficacia con la quale intervenire sul cancro nelle prime fasi asintomatiche, appena scovato: un tumore va cercato nelle persone sane solo se si può offrire una terapia utile a guarirlo.
– UN ESAME SI PRESTA ALLO SCREENING SE: è accettabile per il paziente (non è troppo doloroso, è semplice da eseguire); comporta rischi contenuti (legati al modo in cui si fa l’esame); è sufficientemente sensibile e specifico da discriminare sani e malati. È questo il caso dei programmi di screening mammografico per il tumore della mammella, del Pap-test (oggi in parte sostituito dal Hpv Dna test) per la ricerca dei tumori della cervice uterina e dello screening per i tumori del colon retto attraverso ricerca del sangue occulto fecale e/o rettosigmoidoscopia.
– COME SI ADERISCE ALLO SCREENING ONCOLOGICO? Lo screening viene offerto gratuitamente alle persone che fanno parte del target di popolazione del programma. Le modalità con cui l’esame viene proposto alle persone può variare nei differenti contesti locali, a seconda di come le aziende sanitarie hanno deciso di gestire l’invito. In buona parte si usa coinvolgere attivamente la popolazione, al fine di incrementare l’adesione allo screening. Viene quindi inviata a casa una lettera d’invito con la presentazione del programma e la comunicazione di un appuntamento presso il centro screening di zona. Nei contesti in cui non c’è chiamata attiva, ci si può informare presso i medici di famiglia e gli sportelli delle aziende sanitarie. Le persone che rientrano nel target ma che non hanno ricevuto la lettera potranno rivolgersi al centro screening dell’azienda sanitaria di residenza oppure recarsi dal proprio medico e fare richiesta. Sarà il medico a valutare l’appropriatezza dell’esame ed eventualmente decidere di prescriverlo.
– IL TEST E’ GRATUITO? Il test è gratuito per le persone che rientrano nel target, con la cadenza prevista dal Ssn. La periodicità con cui l’esame è offerto è calibrata sui dati di efficacia e sicurezza emersi dagli studi e quindi non è necessario, né utile eseguirli con una frequenza maggiore. Esami di screening eseguiti con frequenze diverse da quelle previste dal servizio sanitario sono a carico del singolo cittadino.
– SI POSSONO FARE SCREENING ANCHE NON RIENTRANDO NEL TARGET? SONO GRATUITI? I test sono garantiti dal Ssn gratuitamente solo alle persone che rientrano nel target. Se si vuole ugualmente eseguire un test, il cittadino si può rivolgere al medico di base e valutare insieme a lui se è necessario farlo. Qualora il medico lo ritenga opportuno prescriverà una ricetta e il cittadino potrà eseguire il test pagando il ticket. (AdnKronos)