Due mostre al MUDEC: i dinosauri giganti e l’immaginario collettivo sui sauri

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Tutta la storia dei dinosauri, tanto dal punto di vista naturalistico, quanto da quello antropologico. Il MUDEC di Milano presenta, in collaborazione con il Museo di Storia Naturale e 24ORE Cultura, il progetto “Dino-polis”, che si manifesta attraverso due mostre allestite nello spazio di via Tortona. La prima, “Dinosauri. Giganti dall’Argentina” porta in Italia la ricostruzione dello scheletro dell‘Argentinosaurus huinculensis, forse l’erbivoro più grande al mondo. Il curatore, Cristiano Dal Sasso, paleontologo del Museo di Storia Naturale milanese: “I dinosauri argentini – ha detto lo studioso – sono cruciali per capire le origini di questo gruppo particolare di rettili, infatti ci sono due giacimenti nel nord dell’Argentina, che contengono gli scheletri dei più antichi dinosauri mai trovati al mondo. Da questi scheletri si è capito che i primi dinosauri erano carnivori ed erano piccoli, ma erano già bipedi, quindi avevano già tutte le caratteristiche anatomiche che poi porteranno al successo dei dinosauri in tutta l’era Mesozoica”.

Un successo che, nelle sale del MUDEC, viene documentato attraverso reperti e ricostruzioni di forte impatto, sia dal punto di vista degli scheletri, sia da quello del percorso di racconto, anche multimediale. La seconda mostra, più tagliata sulle caratteristiche tipiche delle ricerche del Museo delle Culture, è intitolata “Rex and the City. I sauri e noi” e presenta un percorso interessante attraverso la percezione dei grandi rettili nel corso della storia e delle diverse aree geografiche, dai draghi fino alle analisi scientifiche, senza trascurare l’immaginario collettivo cinematografico. Carolina Orsini, del comitato scientifico della mostra: “Abbiamo i dragoni dell’Asia orientale – ci ha spiegato – abbiamo i biscioni e i draghi serpentiformi occidentali, abbiamo i serpenti della visione Maya, abbiamo un collezionismo anche di fossili di dinosauri nell’America del Nord”.

Per arrivare alla scienza dei dinosauri sono decisive le scoperte di una bambina inglese dell’Ottocento, Mary Anning, che poi diventerà una delle più importanti studiose dei rettili preistorici. “La parola dinosauro – ha aggiunto Orsini – non esisteva, viene proposta per la prima volta nel 1841 in un articolo che è in mostra ed è una parola composta che significa sauro meraviglioso, sauro straordinario. Ed è una parola creata da zero per un organismo che non era mai stato concepito prima in questo modo“. Nelle due mostre del MUDEC, insomma, si può provare a guardare di nuovo alla storia dei dinosauri da un punto di vista più ricco, nel quale conta anche il nostro personale approccio, di fronte tanto ai giganti titanici quanto alla semplice percezione del tempo che ci separa dal mondo preistorico, di cui però qui è possibile trovare un’altra sorprendente testimonianza viva.

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