Aumentano i casi di febbre gialla nei cittadini europei di ritorno dai viaggi in Sudamerica. L’ultimo è stato segnalato in Olanda a marzo in un viaggiatore di ritorno dal Suriname, e negli ultimi otto mesi sono 4 i casi di febbre gialla in viaggiatori al rientro dall’America Latina, come rileva il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) sul suo sito. Si tratta di un aumento significativo, commenta l’Ecdc, se si considera che negli ultimi 27 anni i casi di febbre gialla arrivati in Europa tramite viaggiatori sono stati 4. Il rischio che il virus entri nei paesi europei attraverso viaggiatori è in ogni caso considerato molto basso, in quanto la maggior parte delle persone che va nelle aree dove e’ presente il virus e’ vaccinata.
La probabilità che si diffonda è legata all’introduzione del virus in un’area con una popolazione di zanzare ben stabili e attive. In Europa, la zanzara Aedes aegypti, il principale veicolo di trasmissione della febbre gialla nelle aree urbane, e’ presente solo a Madeira, in Portogallo, e le attuali condizioni meteo in Europa non sono favorevoli alla circolazione di questi insetti. I cittadini europei che tornano da viaggi in aree a rischio di infezione in Sudamerica, suggerisce l’Ecdc, devono essere informati della potenziale esposizione al virus in America Latina, come ora il Brasile, dove dal 6 gennaio al 16 marzo sono stati segnalati 1.357 casi (di cui 933 sospetti e 424 confermati), e 249 morti (112 sospette e 137 confermate). Vaccinarsi se necessario (il vaccino e’ raccomandato dai 9 mesi di eta’ per chi va in visita o vive nelle aree a rischio), facendo un’analisi dei rischi e benefici della vaccinazione a seconda del periodo, destinazione e durata del viaggio. Vanno inoltre adottate misure di prevenzione contro le zanzare dentro e fuori casa, soprattutto all’alba e tramonto, quando sono piu’ attive: quindi l’uso di repellenti, abiti che coprano gambe e braccia, zanzariere e reti vicino ai letti.