Trasformare è la chiave del futuro. E questa trasformazione, in Giappone, si traduce nell’imprigionare e canalizzare in energia elettrica per usi civili la selvaggia violenza dei cicloni tropicali, i cosiddetti tifoni. E’ il sogno nel cassetto di Atsushi Shimizu, un esperto di energia eolica all’Ashikaga Institute of Technology, a un’ora di treno dal centro di Tokyo. Quando è in arrivo un tifone tutti pensano a trovare riparo, lui da anni s’ingegna per cercare di catturare quella furia della natura per contribuire a risolvere la fame bulimica di energia del Giappone. Ha soprannominato la sua sfida “Challenergy”, partendo dalle classiche “Challenge” inglesi.
Il tutto si gioca sull’ipotesi di una turbina eolica in grado di reggere l’urto dei tifoni, convertendo quella forza scatenata in energia a disposizione della società. “Il Giappone sperimenta ogni anno condizioni atmosferiche estreme sotto forma di tifoni, condizioni che possono danneggiare gravemente le pale eoliche tradizionali” spiega Shimizu. “Se riusciamo a progettare e costruire in Giappone una turbina eolica in grado di reggere la forza di un tifone, potremmo fornire questa tecnologia anche ad altri paesi che si trovano nelle stesse condizioni. Questo è il nostro sogno”. Progetti sul modello di “‘Challenergy”, come gli altri legati allo sfruttamento delle energie rinnovabili, hanno preso nuovo slancio, progettuale e operativo, dopo la catastrofe di Fukushima che ha messo definitivamente in discussione l’opzione delle centrali nucleari in Giappone.