Dovrebbe essere testata per la prima volta al mondo sull’uomo nel 2018 la prima ‘PET total body’, ovvero una tomografia a emissione di positroni in grado di fornire immagini ad alta risoluzione di tutti gli organi del corpo. A fare il punto sulle prospettive di questo macchinario che potrebbe avere un impatto enorme sulla ricerca medica e’ un articolo apparso su Science Translational Medicine. La PET utilizza particelle radioattive per rintracciare le impronte di malattie come cancro e neurodegenerazione ed e’ oggi molto usata nella pratica clinica grazie alla sua capacita’ diagnostica, ma non puo’ fornire immagini ad alta risoluzione che includano tutti gli organi del corpo. Cosa che potra’ fare il nuovo prototipo su cui sono a lavoro i ricercatori della University of California a Davis. Il dispositivo e’ lungo 2 metri e avra’ diversi vantaggi rispetto alla PET tradizionale, spiegano i ricercatori intervistati su ‘Science’. Oggi la Pet e’ limitata dal fatto che la radiazione viene emessa in tutte le direzioni e confonde l’immagine. “Con lo scanner total-body – spiega Simon Cherry – circondiamo il corpo di rilevatori, che fermano che le radiazioni e le trasformano in segnale. Questo ci permettera’ di ridurre la dose di radiazioni necessarie” e che saranno pari a quelle ricevute in un volo andata e ritorno Los Angeles-Londra. Inoltre sara’ possibile esaminare potenziali effetti collaterali tossici dei farmaci, ovvero in che parti del corpo vanno a finire e la loro concentrazione in ogni tessuto e organo. Il prototipo, dal nome EXPLORER (EXtreme Performance LOng REsearch scanneR), sara’ pronto nel 2018 ma sara’ utilizzabile in ambito clinico solo dopo l’approvazione della Food and Drug Administration (FDA, l’ente regolatorio statunitense).