Siamo sempre piu’ vicini alla creazione del primo organismo unicellulare artificiale. In una serie di articoli pubblicati sulla rivista Science i ricercatori che fanno capo al Consorzio internazionale Synthetic Yeast Genome (Sc2.0), hanno infatti annunciato di essere riusciti a mettere a punto circa un terzo del genoma complessivo di un essere vivente: ad essere oggetto di questa sperimentazione e’ il comunissimo lievito di birra. Ora i cromosomi artificiali ricostruiti nei laboratori sono sei su un totale di 16. In un comunicato della Associazione Americana per l’Avanzamento della Scienza, si spiega che si tratta “di un passo in avanti significativo verso la costruzione del primo organismo complesso completamente sintetico”.
Questo organismo, oltre ad essere impiegato per la lievitazione del pane e per la preparazione della birra, viene impiegato come agente che e’ in grado di dar vita a molte altre utili reazioni chimiche che trovano applicazioni di diverso tipo, come per esempio la produzione di biocombustibili (alcol). Con lo sviluppo di questi lieviti completamente sintetici i ricercatori puntano ad ottenere degli organismi che possono essere molto piu’ efficienti nelle loro funzioni fisiologiche e quindi in grado di produrre piu’ biocarburanti, o nuove versioni di queste importanti materie prime, tra cui anche nuovi antibiotici.
La corsa alla creazione dei cromosomi sintetici del lievito e’ iniziata nel marzo del 2014 quando un gruppo di ricercatori guidato da Jef Boeke aveva annunciato di essere stato il primo ad aver realizzato un cromosoma sintetico di lievito: il synIII. Ora i ricercatori hanno annunciato di avere assemblato anche i cromosomi SynII, V, VI, X e synXII. Per gestire le informazioni necessarie all’assemblaggio dei vari pacchetti di genoma necessari per la realizzazione dei cromosomi, i ricercatori hanno utilizzato un nuovo software chiamato Biostudio che ha permesso loro di progettare nel dettaglio ogni singolo cromosoma. In alcuni casi, si e’ intervenuti cancellando alcune parti di genoma, in altre sono state spostate parti di DNA da un cromosoma all’altro.
Insomma si e’ trattato di un lavoro davvero molto complesso. Queste operazioni hanno permesso lo sviluppo di nuove e piu’ dettagliate tecniche di ingegneria genetica che avranno certamente delle ulteriori ricadute in termini generali. Una di queste potrebbe essere nell’ambito della terapia genica che attualmente e’ limitata dalla possibilita’ di poter intervenire su un singolo gene, ma che, grazie a queste nuove tecniche potrebbe essere ampliata anche alla possibilita’ di manipolare e correggere frammenti piu’ estesi di DNA.