Terremoto, Macerata: inaugurato l’anno giudiziario del Tar fuori dalla sede in simbolo di vicinanza alle aree colpite

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Momenti di “grande empatia”, come ha tenuto a sottolineare il rettore dell’Universita’ di Macerata Francesco Adornato, oggi, all’Universita’ di Macerata, in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario del Tribunale amministrativo regionale delle Marche. E’ stata la presidente Maddalena Filippi a voler organizzare la cerimonia, per la prima volta nella storia del Tar, fuori dalla sua sede istituzionale e a Macerata, in segno di vicinanza all’area colpita dal sisma. “La nostra – ha detto Adronato – e’ una comunita’ vitale che non vuole arrendersi e vuole riprendere in mano il suo futuro. E sono convinto che ce la faremo”. Filippi ha svolto la relazione di apertura sottolineando che “il paesaggio giuridico non e’ piu’ lineare, e’ diventato confuso e complicato; il diritto codificato ha perduto in semplicita’, chiarezza, certezza, coerenza sistematica, lasciando vuoti sconcertanti che il legislatore non puo’ colmare”.

“Lo scorso anno, e nel 2015, – ha proseguito – il numero delle decisioni che hanno definito il primo grado di giudizio e’ stato superiore al numero dei ricorsi proposti. La percentuale del numero delle decisioni appellate e’ ulteriormente scesa rispetto all’anno precedente. Nel 2016 le sentenze riformate dal Consiglio di Stato non superano il 5% delle sentenze impugnate. Continua a crescere il contenzioso in materia di immigrazione, mentre diminuiscono i ricorsi nelle materie piu’ tradizionali come l’urbanistica, l’espropriazione, l’edilizia, le autorizzazioni e le concessioni. Sono sempre piu’ numerosi, inoltre, i ricorsi contro le graduatorie, nell’ambito di procedimenti riguardanti concorsi pubblici, aggiudicazione di appalti pubblici, attribuzioni di contributi e benefici pubblici”. Considerevole l’arretrato, 3.941 cause al 31 dicembre 2016, appesantito anche dal fatto che il Tar e’ sotto organico. “Il mondo che noi rappresentiamo – ha concluso Mario Torsello, presidente di Sezione e segretario generale del Consiglio di Stato – si sente vicino alle popolazioni colpite dal sisma. La gente ha paura del futuro e la maggiore incertezza amplifica la paura. Sta nella capacita’ delle istituzioni di ridare fiducia. Ora c’e’ la necessita’ di rispettare le regole ma anche che la ricostruzione vada avanti in tempi brevi”. 

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