L’intensità di un terremoto è un parametro che ci permette di stabilire gli effetti che l’evento sismico ha causato sul territorio. Vengono presi in considerazione, nel calcolo dell’intensità, soprattutto gli effetti sulle strutture antropiche: case, infrastrutture, edifici. Vengono presi in considerazione anche gli effetti sul territorio, come modificazioni della topografia, sconvolgimento della rete idrica, generazione di frane: ma questo avviene solo per sismi distruttivi.
Per misurare l’intensità si usa la scala Mercalli, modificata a inizio ‘900 dagli scienziati Cancani e Sieberg e perciò chiamata più correttamente scala MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg).
La scala è divisa in gradi, da uno a dodici: si va da un livello di danno nullo a un livello di distruzione completa. I gradi intermedi vengono stabiliti sulla base di una serie di effetti come stabilità degli edifici, oscillazione degli oggetti nelle case, comportamento degli animali, oscillazione di fluidi, eccetera. A partire dal VI-VII grado si hanno lesioni agli edifici.
L’intensità è quindi un parametro che dipende strettamente dal comportamento delle strutture antropiche rispetto alle onde sismiche, in generale quindi è legato agli effetti del sisma: non è necessariamente vincolata con la potenza del terremoto.
Un terremoto con magnitudo elevata (oltre 5.0) avrà un’intensità molto ridotta in una città costruita con criteri antisismici. E’ quello che succede in Giappone, dove terremoto di magnitudo superiore a 6.0 fanno oscillare tremendamente gli oggetti nelle case, ma non producono crolli, e l’intensità si mantiene al di sotto del VII grado. Gli effetti sul territorio infatti sono molto ridotti.
Un terremoto con magnitudo molto alta avrà un’intensità nulla in pieno deserto, perché non essendoci costruzioni né rilievi, esso non ha effetti sulle opere dell’uomo (inesistenti) o sull’orografia.
Se invece una scossa con magnitudo ridotta, magari anche inferiore a 5.0, avviene nei pressi di un centro abitato vulnerabile perché non costruito con criteri antisismici, l’intensità sarà alta perché avremo effetti molto gravi sulle costruzioni antropiche. E’ quanto accadde nella città di Lorca, in Andalusia (Spagna) nel maggio del 2011, quando un sisma di magnitudo di poco superiore a 5.0 causò diverse vittime.
L’intensità inoltre varia a causa dell’amplificazione locale delle onde sismiche, per quella che è conosciuta come risposta sismica locale. L’intensità sarà maggiore in aree alluvionali, con sedimenti fluviali o lacustri, minore in zone rocciose. Il terremoto di Città del Messico del 1985, ebbe effetti devastanti sulla capitale messicana, situata a centinaia di chilometri dall’epicentro, mentre in località più vicine all’epicentro i danni furono minori. Questo per colpa dei fenomeni di amplificazione locale.
Infine un elemento importante è la profondità dell’ipocentro: eventi sismici molto forti (magnitudo elevata) ma a gran profondità, hanno effetti minimi sul territorio.
Ogni volta che si verifica un terremoto le mappe dell’intensità vengono realizzate proprio interrogando la popolazione sugli effetti che ha notato o sofferto nella propria zona. L’INGV chiede da anni a chiunque disponga di un PC e di una connessione Internet, di compilare un questionario online sul risentimento sismico, che permette ai ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di ricostruire gli effetti del sisma sul territorio. Questo avviene attraverso il sito Hai Sentito il Terremoto.
Per saperne di più su termini legati ai terremoti, si può consultare il Glossario compilato dall’INGV.