”Cominciamo a lavorare insieme per la fase della ricostruzione, dal momento che sono in via di completamento tutti gli interventi legati alla fase dell’emergenza post terremoto che in Umbria è stata affrontata, fin dai primi giorni, garantendo una sistemazione adeguata e in sicurezza sia per gli agricoltori e allevatori che per il bestiame”. È quanto afferma l’assessore regionale all’Agricoltura dell’Umbria, Fernanda Cecchini, informando che è in fase di organizzazione per il 22 marzo un incontro con gli agricoltori di Cascia, Norcia e Preci per fare il punto della situazione post terremoto e programmare una serie di azioni per l’avvio della ricostruzione e il rilancio dell’attività agricola. Malgrado i momenti di grande difficoltà legati alle avversità climatiche, avverte, ”sono state messe in campo tutte le azioni per trovare una nuova sistemazione abitativa e produttiva a tutti gli allevatori che hanno subito danni dopo il sisma del 24 agosto e all’80% delle attività danneggiate dal nuovo terremoto del 30 ottobre, nel giro di un mese si prevede di soddisfare i bisogni del rimanente 20%”.
“Questo – rileva l’assessore – è il frutto della grande collaborazione fra Regione Umbria, Protezione Civile, Istituto Zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche, Agenzia Forestale regionale, Comunità montane, Corpo Forestale dello Stato, Vigili del fuoco che hanno agito in stretto contatto con i Comuni. Un lavoro che si deve anche alle associazioni degli agricoltori dei territori colpiti dal sisma, coinvolte in ogni passaggio, compresa anche la corretta gestione delle donazioni di mangimi e fieno per gli animali delle zone terremotate”. ”Gli eventi sismici che hanno colpito l’Italia centrale a partire dal 24 agosto 2016 – spiega Cecchini – hanno causato ingenti danni alle attività produttive interessando, come è ormai noto, in maniera particolare gli allevamenti zootecnici, per la loro notevole diffusione nelle aree colpite. La peculiare caratteristica di tale settore produttivo, ha determinato la necessità di individuare provvedimenti specifici per far fronte alle necessità emergenziali derivanti dalla installazione di ricoveri temporanei per gli animali, nonché per trovare, agli allevatori con abitazioni lesionate, una sistemazione abitativa che permettesse loro di restare in prossimità degli allevamenti, al fine di assicurare la continuità produttiva delle aziende”.
Complessivamente, le aziende inagibili in seguito al sisma del 24 agosto e del 30 ottobre sono state 105, di cui 20 in seguito al primo sisma e 85 in seguito al secondo del 30 ottobre. Gli animali deceduti complessivamente sono 5 bovini, 45 ovini, 25 suini. Le abitazioni inagibili degli allevatori sono state 21, di questi 7 si sono risolte con l’opzione del contributo per autonoma sistemazione, 1 con soluzione abitativa in emergenza e 13 con moduli abitativi provvisori MaPRE. In seguito al sisma del 30 ottobre sono risultate inagibili 89 abitazioni di allevatori, 37 risolte con l’opzione del contributo per autonoma sistemazione, 5 con soluzione abitativa in emergenza, 47 con moduli abitativi provvisori MaPre.
‘‘Gli allevatori – evidenzia Cecchini – hanno potuto optare per tre differenti soluzioni, contributo per autonoma sistemazione, sistemazione presso le Sae, sistemazione in azienda con moduli abitativi provvisori. Inoltre, per semplificare le procedure per l’acquisto dei moduli temporanei è stato concordato tra le quattro regioni di affidare a una regione capofila la gestione delle procedure per l’acquisto, individuando la Regione Lazio per l’acquisto dei moduli zootecnici e la Regione Umbria per l’acquisto dei MaPre, la Regione Umbria ha altresì deciso di avvalersi della Agenzia forestale regionale (Afor) per le attività di supporto tecnico e operativo connesse a tali interventi. In particolare è stata a cura dell’Afor la sistemazione delle aree per l’installazione di MaPre e moduli zootecnici, nonché delle opere accessorie, tipo allaccio delle utenze”. La Regione Umbria ha altresì deciso di affidare all’Agenzia Forestale Regionale, per le aziende dotate di un patrimonio zootecnico numericamente più limitato rispetto alle caratteristiche dei moduli in acquisto, strutturati per 20 capi bovini e per 100 capi ovicaprini, la realizzazione di strutture provvisorie più piccole. ”Oltre agli interventi di realizzazione dei ricoveri provvisori, la Regione si è attivata, soprattutto nelle fasi di prima emergenza post 30 ottobre, per l’individuazione di stalle agibili e non utilizzate presenti nel territorio, per lo più di proprietà pubblica e in parte privata. Tali strutture sono state messe a disposizione di alcuni allevatori, per situazioni particolarmente critiche che richiedevano la necessità di reperire un ricovero immediato, e in alternativa all’acquisto dei moduli tunnel, provvedendo tramite l’Afor alla realizzazione di piccoli interventi di manutenzione necessari per l’utilizzo di tali strutture nella maggior parte dei casi inutilizzate da anni”, ricorda l’assessore.