Il Corriere Canadese, storico quotidiano della comunità italiana nei giorni scorsi è finito nella bufera per avere adoperato il termine “cafone” in un articolo relativo al presidente Usa Donald Trump, ed oggi si difende dalle accuse di “razzismo”. Ieri la lettera aperta di un noto costituzionalista canadese di origini calabresi, Rocco Galati, aveva espresso i sentimenti di molti lettori di ascendenze meridionali, attaccando sia il quotidiano sia il giornalista di La Repubblica, Vittorio Zucconi, da cui il Corriere Canadese aveva ripreso l’espressione “Cafone in Chief” per stigmatizzare Trump dopo la rifiutata stretta di mano alla cancelliera tedesca Angela Merkel. “La polemica nasce da un fraintendimento sull’utilizzo della parola nella lingua italiana“, scrive e specifica oggi il Corriere, negando che “cafone” sia un dispregiativo associato. Il giornale ricorda infatti i diversi casi in cui tale parola è stata pubblicamente adoperata in Italia e i suoi destinatari degli ultimi anni, provenienti da diverse zone geografiche: Silvio Berlusconi, Matteo Renzi, Umberto Bossi, Nanni Moretti, Laura Pausini, Flavio Briatore, il quale “cafone” si defini’ addirittura da solo, in una intervista del 2007 (ed e’ piemontese).
“In Italia il termine cafone non viene utilizzato al Nord per indicare chi viene dal Sud. Un cafone, nella lingua italiana, puo’ essere veneto o friulano – scrive il Corriere Canadese rispondendo alle critiche -, calabrese o emiliano, trentino o siciliano. E la cafonaggine non ha nemmeno piu’ una connotazione sociale: e’ cafone il parlamentare che ostenta il suo potere e la sua influenza, e’ cafone l’industriale lombardo che parcheggia la sua Ferrari in doppia fila a Milano, e’ cafone chi non spegne il telefonino a Teatro a Bologna, e’ cafone chi getta per strada un mozzicone di sigaretta a Firenze”. Nessuna connotazione geografica del termine, pertanto, cosa che aveva suscitato la furia fra i lettori italocanadesi: “Anche sull’origine del termine”, prosegue il quotidiano, “esistono varie teorie. Tra queste, c’e’ quella che ricollega la parola cafone a Cafo – tesi ripresa anche da Indro Montanelli nella sua monumentale Storia di Roma – un centurione romano che si insedio’ a Capua dove prese a spadroneggiare. I ‘Cafones’ erano i seguaci di Cafo ed il nome penetrato nell’uso popolare si diffuse nelle altre localita’ del Mezzogiorno prima e di tutta Italia poi”. “E’ vero – ammette il Corriere Canadese – che in alcune zone della Penisola, soprattutto al Sud, la parola continua ad avere il significato di contadino. Nella lingua italiana il termine cafone ha perso qualsiasi tipo di allusione dispregiativa usata nel Nord verso il Sud. Purtroppo la lingua inglese non ha un’espressione altrettanto eloquente ed espressiva che ha provocato la nostra riflessione sull’articolo di Zucconi.”