Una comune variante genetica sembra avere un impatto significativo sulla rapidita’ con cui invecchia il cervello negli anziani, al punto che chi la ha puo’ dimostrare fino a 12 anni in piu’. A individuarla, ricercatori del Columbia University Medical Centre di New York, che hanno pubblicato i risultati del loro studio sulla rivista Cell System. “Alcune persone sembrano invecchiare meno rapidamente di altre. Le stesse differenze di invecchiamento si notano nella corteccia frontale, la regione del cervello responsabile dei processi mentali superiori”, ha detto il coautore dello studio Asa Abeliovich.
I ricercatori hanno scoperto che queste differenze possono essere ricondotte alla presenza di copie mutate o danneggiate di un gene chiamato TMEM106B. La squadra ha fatto la scoperta esaminando campioni di tessuto cerebrale prelevati da 1.904 persone decedute senza malattia neurodegenerativa. Hanno infatti cercato specifiche variazioni genetiche associate all’invecchiamento biologico tra persone che avevano la stessa eta’ cronologica. “TMEM106B inizia ad esercitare il suo effetto dopo che le persone a raggiungono i 65 anni”. A partire da questa eta’, “se si dispone di due buone copie del gene, si risponde bene a allo stress indotto dall’invecchiamento. Se si dispone di due copie difettose, l’eta’ del cervello aumenta rapidamente e arriva a mostrare fino a 12 anni rispetto agli altri“, ha aggiunto Abeliovich. La ricerca e’ stata finanziata dal National Institute on Aging, la Fondazione Michael J. Fox per la ricerca sul Parkinson e l’Istituto Nazionale di Malattie Neurologiche e Ictus.