La candidatura della “Cultura del tartufo”, votata oggi all’unanimita’ dalla Commissione italiana per l’Unesco, “valorizza un prodotto tradizionale per tante aree rurali del nostro Paese, a partire dalla comunita’ di Norcia e delle zone del terremoto di Umbria, Lazio e Marche“. E’ quanto sottolinea, in una nota, il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina. “Nel mondo – continua il ministro Martina – il tartufo e’ uno dei simboli piu’ forti della qualita’ del Made in Italy agroalimentare e per questo sosteniamo con forza questa esperienza come patrimonio dell’umanita’. Aggiungiamo cosi’ un nuovo tassello di promozione del nostro modello agricolo che si caratterizza per la distintivita’ e l’unicita’ del nostro saper fare, della nostra cultura, dei nostri prodotti”.
Con la candidatura della cultura del tartufo come patrimonio immateriale dell’umanita’ “si e’ riconosciuto nel tartufo – commenta il Viceministro Andrea Olivero – non solo un prodotto della terra, ma un simbolo di una civilta’ agricola e di una cultura capace di sviluppare uno straordinario rapporto tra l’uomo e l’ambiente naturale. L’Italia, – prosegue Olivero – con questa autorevole candidatura, dimostra l’attenzione alle aree interne, spesso ingiustamente considerate ‘minori’, ma nella realta’ capaci di manifestare eccellenza culturale e produttiva. Alba, Acqualagna, Norcia e molte altre terre, al Nord come al Centro e al Sud, hanno sviluppato nei secoli un patrimonio culturale che oggi e’ doveroso custodire e tramandare”.