Australia: un vaccino anti-clamidia per salvare i koala, positivi i risultati dei test

MeteoWeb

Un vaccino anti-Clamidia per salvare i koala dall’epidemia che li sta sterminando. A mettere a punto il siero, da somministrare con una sola iniezione, sono stati i ricercatori dell’università della Sunshine Coast, nel Queensland (Australia), aprendo la strada anche per un vaccino contro questa malattia sessuale nell’uomo. Positivi i risultati ottenuti nei test sugli animali, riporta ‘New Scientist’. L’Australia ha perso circa un terzo dei suoi koala negli ultimi due decenni, soprattutto a causa della diffusione della Clamidia, che ora affligge dal 50 al 100% degli animali non in cattività. Gli antibiotici si sono rivelati una soluzione inefficace contro il batterio che la causa, Chlamydia pecorum, simile a quello che la provoca nell’uomo, Chlamydia trachomatis. Così l’equipe coordinata da Peter Timms, ha sviluppato il vaccino a base di frammenti del batterio e l’ha testato su 21 koala: sei avevano la Chlamydia in fase iniziale, gli altri non erano stati infettati. Dopo 6 mesi nessuno di questi ultimi si era preso la malattia, nonostante la metà degli esemplari con cui condividevano l’habitat l’avesse, mentre gli altri 6 hanno sconfitto l’infezione. Dopo 9 mesi, però, la protezione offerta dal vaccino diminuisce e su questo stanno lavorando i ricercatori, che entro un anno vorrebbero chiedere l’autorizzazione al commercio e puntano anche ad allargare la copertura contro più ceppi batterici: al momento il siero funziona contro 3 dei 10 conosciuti. Il prossimo passo sarà vaccinare una cinquantina di koala che vivono nel sobborgo di Petrie, Brisbane. Da questo vaccino potrebbe derivarne uno anche contro la Clamidia umana: uno dei ricercatori che ha partecipato allo sviluppo del prodotto, ha utilizzato lo stesso principio e sta testando il candidato vaccino su modelli murini, rallentando la diffusione della malattia in topi sia maschi che femmine. L’equipe del Queensland University of Technology spera di far partire i trial clinici nel giro di 5 anni.

Condividi