“La maggiore concentrazione di carbonio negli oceani causata dalle emissioni di CO2 non comporterà vantaggi sulla vita marina. L’anidride carbonica, infatti, porterà alla crescita di animali e di piccoli invertebrati, tuttavia le conseguenze sulla catena alimentare saranno azzerate dall’impatto negativo del riscaldamento delle acque sui pesci.” Lo sostiene uno studio condotto dall’università di Adelaide e pubblicato sulla rivista Global Change Biology. I ricercatori hanno scoperto che “l’alta concentrazione di CO2 prevista entro la fine del secolo, e che provochera’ l’acidificazione degli oceani, promuoveràa’ la produzione a diversi livelli della catena alimentare. Il riscaldamento delle acque però annullerà tale beneficio causando stress negli animali marini e impedendo loro di usare le maggiori risorse in modo efficiente per la propria crescita.”
“Le concentrazioni elevate di biossido di carbonio fanno aumentare la crescita vegetale, che favorisce la proliferazione di piccoli invertebrati i quali, a loro volta, consentono ai pesci di crescere più velocemente”, spiegano gli studiosi. “Il riscaldamento degli oceani, però, rende i pesci meno efficienti e impedisce all’energia extra prodotta dalle piante di trasferirsi nella catena alimentare” “Allo stesso tempo – aggiungono – con temperature più alte i pesci diventano più affamati e iniziano a decimare le loro prede, cioè i piccoli invertebrati. Lo conseguenze per gli ecosistemi marini saranno probabilmente gravi”.