La portaerei americana Carl Vinson, classe Nimitz e a propulsione nucleare, è da febbraio in Estremo Oriente: insieme alla flotta di cacciatorpedinieri Aegis ha partecipato alle attività di routine e addestramento nel mar delle Filippine, parte della prima missione nel Pacifico occidentale dal 2015 e del piano sulla libertà di navigazione con la presidenza Trump. Da inizio marzo ha invece preso parte alle manovre congiunte di Usa e Corea del Sud nel mezzo delle tensioni intercoreane alimentate dal test del missile compiuto il 12 febbraio da Pyongyang e dall’omicidio del 13 febbraio a Kuala Lumpur di Kim Jong-nam, fratellastro del leader Kim Jong-un.
‘Foal Eagle’, questo il nome della prima fase delle esercitazioni, rappresenta “una prova generale” sul campo che coinvolge le forze di terra, aeree e navali dei due Paesi e che termineranno a fine aprile, mentre ‘Key Resolve’, la seconda fase, è una prova di simulazione fatta con i computer iniziata il 13 marzo e finita dopo due settimane. Infine, la missione a Singapore attraverso il mar Cinese meridionale, teatro di aspri scontri e contese territoriali tra la Cina e i Paesi vicini. Nei piani originari, il gruppo navale avrebbe dovuto fare rotta verso l’Australia, ma i timori di nuove intemperanze di Pyongyang, con l’ipotesi di un sesto test nucleare o del lancio di un missile intercontinentale a ridosso del 15 aprile (compleanno del fondatore dello Stato, Kim Il-sung), ha portato al cambio di programma e al ritorno verso la Penisola coreana. Alcune settimana fa, Uriminzokkiri, il principale mezzo di propaganda verso l’esterno della Corea del Nord, ha postato sul suo sito web un videoclip che mostra le immagini della portaerei Vinson prima finire nel mirino immaginario di Pyongyang e poi bruciare tra le fiamme.