Rifiuta la chemio e muore: i genitori indagati per omicidio colposo, “hanno violato l’obbligo di tutela”

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I genitori di Eleonora Bottaro, la 18enne padovana morta lo scorso agosto di leucemia dopo aver rifiutato, con il loro appoggio, la chemioterapia, sono indagati. L’accusa è quella di omicidio colposo. Il caso aveva scosso il Paese, riproponendo la contrapposizione tra la scienza ufficiale e la cosiddetta medicina alternativa. Otto mesi dopo la scomparsa della ragazza, la Procura di Padova ha notificato al padre e alla madre l’avviso di chiusura indagini. Indagati per omicidio colposo – ha spiegato il Procuratore Matteo Stuccilli – aggravato dalla previsione dell’evento.

In sostanza avrebbero violato “l’obbligo di tutela insito nella potestà genitoriale”, sia attraverso l’opposizione alla terapia chemioterapica, sia per aver ingenerato nella figlia “una falsa rappresentazione della realtà, sia in ordine alla gravità e mortalità della patologia da cui era affetta (leucemia linfoblastica acuta) sia con riferimento alla idoneità e adeguatezza curativa soltanto dei rimedi da essi proposti, privi di qualsiasi validità scientifica”.

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in un appello condiviso con il presidente degli oncologi dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), Carmine Pinto, ha invitato i malati a non cadere “nella trappola dei tanti ciarlatani che fanno leva sulla disperazione legata alla malattia per realizzare, in realta’, solo i loro interessi”. I genitori di Eleonora Bottaro erano seguaci del metodo di Ryke Hamer, un ex medico tedesco, radiato nel 1986, secondo cui le malattie sono la manifestazione fisica di un trauma psicologico.

Eleonora era minorenne quando le fu diagnosticata la leucemia, ma i genitori si rifiutarono di farla curare con la chemioterapia. Su segnalazione del Comitato etico dell’ospedale di Padova era stato seguito dal Tribunale dei minori. I giudici, nel febbraio 2016, avevano tolto la patria potestà ai genitori, affidando la ragazza ai servizi sociali in modo che fosse mantenuta sotto stretta osservazione medica. Tuttavia i familiari erano stati più rapidi del Tribunale, presentandosi nel reparto di Oncoematologia pediatrica prima della notifica della decisione, e avevano firmato le dimissioni volontarie della figlia. Eleonora fu in seguito ricoverata in due strutture mediche in Svizzera.

La ragazza morì il 29 agosto 2016, ‘Eoc di Bellinzona chiari’ che in questa struttura la giovane veneta era stata sottoposta solo a una cura con corticosteroidi che aveva consentito “un transitorio miglioramento, prima che la malattia non riprendesse il suo ineluttabile decorso fatale”. Oggi i magistrati padovani hanno scritto che padre e madre avrebbero indotto in Eleonora “il falso convincimento che la terapia chemioterapica fosse non solo non necessaria, ma addirittura nociva”, interferendo in ogni scelta medica. Questo quando invece la somministrazione della chemio era “indicata da tutti i medici interpellati come essenziale e idonea a determinare la guarigione”. La Procura e’ giunta alla contestazione di omicidio colposo sulla base “di indagini approfondite”, e dopo aver sentito, tutti i medici che, anche all’estero e a diverso titolo, hanno avuto contatto con Eleonora, gli amici piu’ vicini alla ragazza, i professori e amici di famiglia.

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