Sono passati 20 anni dal terremoto che ha colpito Colfiorito e adesso è proprio questa terra a dimostrare che dal Terremoto si può rinascere. Lo riferisce, all’ANSA, la gente che vi abita, giovani e anziani, con un messaggio di speranza e di resilienza diretto sopratutto a coloro che adesso si trovano a vivere la stessa disperazione di aver perso tutto per colpa delle scosse: “non vi arrendete, sarà dura come lo è stato per noi, ma ce la farete”. “E’ stato tutto ricostruito, c’è solo qualche vecchio rudere non recuperato, unica pecca della ricostruzione post sisma sono le pavimentazioni del borgo che sono tutte saltate, le pietre usate non erano idonee per questo territorio”, racconta Andrea Ricci, 46 anni, nato e cresciuto in questo centro al confine con le Marche, distrutto da due fortissime scosse di Terremoto del 26 settembre 1997.
In 20 anni sono molte le cose ad essere cambiate, la strada in primis, con la nuova Val di Chienti che ha annullato le distanze. Mentre, piano piano, la vita è ritornata alla normalità: le scuole sono state riaperte ed hotel e ristoranti hanno ripreso a lavorare. Il nuovo si è unito al tradizionale, così alla patata di Colfiorito si è affiancata l’industria della filiera agroalimentare. “Da un container, il mio albergo fu raso al suolo, – racconta Dante Santoni – sono stati anni difficili, ma ce l’abbiamo fatta”. Daniele Mancini spera “che lo Stato sostenga la ricostruzione, anche perche’ questa volta e’ un disastro enorme“.
Il sindaco di allora, Maurizio Salari, racconta “Dopo la scossa della notte ebbi l’intuizione più felice della mia vita, decisi di chiudere le scuole e questo evito’ una tragedia ben piu’ grande di quella che fu”. Un consiglio rivolto agli amministratori che gestiscono gli attuali momenti di emergenza e ricostruzione dopo gli eventi che si sono susseguiti dal 24 agosto scorso, arriva da Maurizio Salari, il sindaco di Foligno di 20 anni fa. “Date risposte certe e concrete – sottolinea -, e’ di questo che i cittadini hanno bisogno in questi momenti”.