Caso Stamina: quattro condanne a Torino per i medici civili di Brescia

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Si conclude con la condanna a 2 anni di carcere e 30 mila euro di multa per “somministrazione di farmaci imperfetti” – ma con l’assoluzione per tutte le altre accuse, tra cui l’associazione per delinquere finalizzata alla truffa – la vicenda giudiziaria dei 4 camici bianchi degli Ospedali Civili di Brescia, finiti a processo per il caso stamina.

La sentenza per l’ex direttore sanitario dei Civili Ermanna Derelli, la responsabile della segreteria scientifica del comitato etico Carmen Terraroli, il primario dell’Oncologia pediatrica Fulvio Porta e la moglie Arnalda Lanfranchi, responsabile del Laboratorio di cellule staminali (dove ancora oggi sono stoccate le cellule dei pazienti sottoposte a sequestro), è stata pronunciata oggi dai giudici del tribunale di Torino. Questo dunque l’esito del ‘filone bresciano’ del processo stamina.

La condanna, spiega all’AdnKronos Salute Luigi Chiappero, l’avvocato di uno dei sanitari, “riguarda solo un periodo limitato di tempo che va dalla primavera 2011 a maggio 2012, fino a quando cioè non sono arrivati i provvedimenti giudiziari” di alcuni giudici del lavoro che imponevano di proseguire con i trattamenti stamina su richiesta delle famiglie. “E fino a quando – aggiunge il legale – non è arrivato il decreto Balduzzi” della primavera 2013, che di fatto apriva all’uso compassionevole del metodo. I 4 medici dei Civili coinvolti sono gli unici che, non avendo scelto riti alternativi, sono andati a processo.

“Aspettiamo di leggere il testo della sentenza che sarà depositata entro il 28 luglio – prosegue Chiappero – Ci saranno dei ragionamenti da fare soprattutto riguardo a una legge successiva che scrimina” riguardo alla somministrazione di farmaci imperfetti. “Ma è importante – commenta – che i medici siano stati assolti con formule ampie per tutti gli altri addebiti, fra i quali ricordo l’associazione per delinquere, la truffa ai danni della Regione, l’abuso di ufficio, il commercio di farmaci. Tutte accuse cadute. La valutazione da un punto di vista complessivo sull’esito di oggi è positiva per 3 quarti. Ricorreremo in appello e cercheremo di correggere anche quest’ultima parte non positiva. Crediamo di poterlo fare con ottime speranze. La causa è incanalata verso quel risultato”.

Per alcune famiglie e per Regione Lombardia, ministero della Salute, Aifa e Medicina democratica, oggi è stato anche riconosciuto il diritto a un indennizzo, da quantificare in sede civile, e il rimborso delle spese. “Tutto da liquidarsi dunque in separato giudizio”, conclude l’avvocato. La sentenza, per decisione del tribunale, sarà pubblicata sul sito del ministero della Salute. Il metodo stamina proposto da Davide Vannoni, era approdato ai Civili nel 2011, nell’ambito di un progetto di collaborazione fra la struttura lombarda e stamina Foundation – che aveva come coordinatore Porta e che ricevette il via libera del comitato etico – in base al quale si prevedevano infusioni di staminali mesenchimali per 12 pazienti, fra cui diversi bambini. Dopo lo stop decretato dall’Aifa nel 2012, era scattata una pioggia di ricorsi di pazienti che chiedevano la prosecuzione del trattamento e poi anche l’accesso ex novo. Ricorsi che si erano moltiplicati dopo l’approvazione del Dl Balduzzi.

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