Una condanna definitiva: Francesco Schettino, l’ex comandante della Costa Concordia, è stato condannato a 16 anni di carcere. La nave era naufragata davanti all’isola del Giglio nel gennaio 2012 causando 32 morti. La decisione è arrivata dalla quarta sezione penale della Cassazione e ha confermato la sentenza della Corte d’appello di Firenze del 31 maggio dello scorso anno. “Busso al carcere e dico ‘sono qui’ perché credo nella giustizia“: sono state le prime parole di Schettino davanti al penitenziario Rebibbia di Roma dove si è costituito subito dopo la lettura della sentenza.
L’avvocato difensore Saverio Senese lo ha accompagnato al carcere e ha preannunciato un ricorso alla Corte europea per i diritti dell’Uomo di Strasburgo: Schettino, ha spiegato, “riconosce di essere responsabile ma non il colpevole perché sulla Concordia c’era un team di comando e lui non era il solo”. “Gli italiani sono pronti a crocefiggere qualcuno e hanno scelto il comandante”, ha aggiunto. Schettino è stato ritenuto responsabile dei reati di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, abbandono di persone incapaci e abbandono della nave. Le motivazioni della sentenza, prevede la legge, saranno depositate entro 90 giorni.