“Non è l’attacco più grave della storia, il malware utilizzato è scarso e funziona male. Ci sono una serie di fattori strani che fanno pensare più ad una azione di guerra psicologica che di crimine finalizzato al guadagno”: è questo lo scenario delineato da Andrea Zapparoli Manzoni, esperto di sicurezza, a due giorni dall’attacco globale con il ransomware WannaCry, che nel frattempo è mutato “c’è una seconda versione che si sta diffondendo da ieri sera, ma in maniera molto più ‘light'”.
“È un attacco di ordinaria amministrazione che ha fatto scalpore perché ne ha parlato la Bbc e ha colpito gli ospedali, ma non è l’attacco più grave della storia ce ne son di ben più gravi”, osserva l’esperto all’ANSA, sottolineando una serie di fattori “strani” che inducono a pensare si sia trattato di “un’azione di guerra psicologica per creare panico, incertezza, instabilità”, oppure ad “un’azione distrattiva, volta a rubare i dati di qualcuno”. “Ma sono solo ipotesi – conclude Zapparoli Manzoni – ci vorranno settimane di indagini”.