In Alto Adige sono stati già percorsi 1 milione di km a idrogeno

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La mobilità del futuro è realtà a Bolzano, dove sono già presenti vetture che emettono vapore acqueo e sono spinte da motori elettrici alimentati a idrogeno. Da diversi anni è operativo il Centro H2 per la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili, il suo stoccaggio e il rifornimento di bus e auto. I mezzi del Centro H2 hanno già percorso un milione di chilometri. Di quest’esperienza si è parlato in un convegno organizzato proprio a Bolzano, dal titolo ‘‘Tecnologia dell’idrogeno in Alto Adige”. All’evento, a cui sono intervenuti il presidente della Provincia Arno Kompatscher, gli assessori Florian Mussner (mobilita’) e Richard Theiner (ambiente), i vertici di Autobrennero Spa, Alperia e SASA, ha fornito un contributo anche Toyota Italia, che ha parlato dell’esperienza maturata con la sua Mirai, prima vettura di grande produzione a celle combustibile alimentate a idrogeno.

Si è discusso anche del lavoro svolto con le istituzioni italiane per l’adeguamento della normativa e della futura realizzazione di reti infrastrutturali adeguate. In proposito, Andrea Saccone, Service Excellence & Innovation General Manager di Toyota Motor Italia, ha sottolineato: ‘‘Toyota è impegnata da sempre sul fronte della mobilità sostenibile. Con Mirai proseguiamo il nostro lavoro sempre più a emissioni zero, perché crediamo nell’uso diffuso di una risorsa così importante come l’idrogeno. Per fare questo, abbiamo lavorato tanto e continuiamo a farlo, al fianco delle Istituzioni. Grazie infatti al Governo e al Parlamento, l’Italia si sta adeguando agli altri Paesi europei nei quali l’uso dell’idrogeno è già una realtà consolidata. In recepimento della Direttiva per la costruzione di infrastrutture per i combustibili alternativi (DAFI), l’Italia ha deciso che entro il 2025 dovrà essere costruito un numero adeguato di stazioni di rifornimento nelle quali sara’ possibile rifornire i serbatoi a 700 bar, in tutta sicurezza, come sulla Mirai. Ma questo – ha concluso Saccone – sarà davvero possibile solo quando l’Italia aggiornerà l’obsoleta normativa tecnica di costruzione delle stazioni di rifornimento”.

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