Incendio Pomezia, l’esperto: “Non è ancora il caso di togliersi le mascherine, è presto per dire che l’emergenza diossina è finita”

MeteoWeb

“Non è ancora il caso per gli abitanti di Pomezia di togliersi le mascherine. La diossina nell’aria dopo cinque giorni si è dispersa, ma quella depositata a terra può essere sollevata dal vento. Serve sapere quali sono oggi i valori al suolo di diossina e pcb (policlorobifenili, n.d.r.). Ma ci vuole ancora qualche giorno. Le analisi su queste sostanze sono lunghe, richiedono 4-5 giorni“. Lo afferma Nicola Pirrone, direttore dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr, sottolineando come non è affatto sicuro che l’emergenza diossina a Pomezia possa dirsi conclusa.

“I valori elevatissimi rilevati il giorno dell’incendio vicino alla fabbrica non mi sorprendono. – spiega – È bruciato tantissimo materiale. Dopo cinque giorni però, la diossina nell’aria si è dispersa. Bisogna capire quanta invece è finita a terra”. “Da quello che abbiamo visto – continua l’esperto – il fumo è salito molto in alto ed è stato disperso senza ricadere al suolo. In questi casi molto dipende dalle condizioni atmosferiche. Se l’aria è stagnante, il fumo resta basso e la diossina rimane a terra. In questo caso pare che sia salito”. Poiché gli esami su queste sostanze richiedono 4-5 giorni, al momento conosciamo soltanto i valori del giorno dell’incendio. Da domani si potrà avere qualche informazione riguardo quelli dei giorni successivi. Non solo dell’aria, ma anche sulle coltivazioni. “Se dovesse piovere – spiega Pirrone – l’acqua dilaverebbe tutto, ma a quel punto l’inquinamento si sposterebbe da un’altra parte. L’incendio ha prodotto moltissime sostanze chimiche, che si degradano molto lentamente: da qualche mese fino a 10 anni”.

Condividi