Incendio Pomezia, il pm: “L’EcoX non aveva il sistema antincendio”

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Lo stabilimento Eco X di Pomezia, vicino a Roma, bruciato il 5 maggio scorso, non aveva impianto antincendio né sistema idrico per spegnere incendi ne’ muri di compartimentazione, “il che ha permesso una propagazione dell’incendio in un’area di due ettari” e costretto i vigili del fuoco a prendere l’acqua a 2 chilometri dal sito. Lo ha detto il procuratore capo di Velletri Francesco Prete in Commissione Ecomafie, riferendo sulle prime fasi dell’inchiesta sulla società Ecoservizi per l’Ambiente, proprietaria dell’impianto.

Inoltre il sistema di accatastamento dei rifiuti non era conforme ad autorizzazione – ha aggiunto Prete –. Come si vede dalle foto su Google c’erano masse di rifiuti enormi non solo dentro, ma anche fuori. Un accumulo scriteriato di materiale combustibile che ha facilitato la combustione”. “La società era autorizzata a stoccare fino a 3200 tonnellate nello stabilimento, ma secondo il Noe carabinieri al 31 marzo scorso risultavano 8413 tonnellate, con un aumento esponenziale del rischio di propagazione di un incendio”, ha detto il procuratore di Velletri.

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