In India – si apprende – è entrato in vigore un decreto del ministero dell’Ambiente e delle Foreste in base al quale si proibisce la vendita in tutto il Paese di mucche, tori, bufali, e perfino cammelli, per fini di macellazione. La misura è stata introdotta sulla base della Legge per la prevenzione della crudeltà sugli animali: profonde le ripercussioni economiche in quanto si tratta di una manovra che colpisce il settore dell’esportazione di carni bovine indiano leader mondiale nel quale sono impiegati milioni di persone.
Secondo la nuova normativa i bovini potranno essere venduti solo per fini agricoli dietro presentazione di una dettagliata documentazione e con l’impegno scritto degli acquirenti a non rivendere gli animali a terze persone per fini di macellazione. Fonti ministeriali hanno sottolineato che la riduzione del bestiame avrà effetti positivi perché contribuirà alla riduzione delle emissioni di gas nell’Ambiente. Tuttavia negli ambienti medici sono forti i timori: l’indisponibilità di carne bovina potrebbe infatti sottrarre una fonte di proteine animali a buon mercato, fondamentali per la crescita. Pertanto undici dei 29 governi statali indiani pensano di assumere iniziative per chiedere una riforma della normativa, mentre uno di essi prepara un ricorso contro di essa alla Corte Suprema.