Individuata la ‘bussola’ dell’orientamento nei moscerini: primo passo per comprendere quella umana

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È stata individuata la ‘bussola’ che permette ai moscerini della frutta di non perdere l’orientamento: si tratta di un un circuito nervoso. Il risultato rappresenta il primo step per riuscire a individuarlo anche nell’uomo. La ricerca, pubblicata su Nature, è stata opera dei ricercatori guidati da Gaby Maimon, della Rockefeller University, a New York. ”Come gli esseri umani e molti animali, anche i moscerini devono saper ritrovare la strada quando sono in giro”, ha detto Maimon. Proprio come gli esseri umani, anche per gli insetti sono in grado di ritrovare la strada per tornare al loro nido, alveare, o colonia che sia, solo se possono tenere traccia della loro posizione nello spazio.

Il meccanismo che permette al moscerino della frutta, Drosophila melanogaster, di orientarsi era stato già parzialmente identificato per mezzo di uno studio precedente degli stessi autori: i ricercatori avevano infatti individuato un gruppo di cellule nervose che agisce come l’ago di una bussola, producendo un segnale che può essere utilizzato per l’orientamento. Questi neuroni indicano la direzione in cui il moscerino è diretto rispetto ai punti di riferimento del suo ambiente o rispetto alla sua precedente destinazione, se sta volando al buio. Adesso i ricercatori hanno individuato un secondo gruppo di neuroni che ha il compito di muovere l’ago della bussola in senso orario o in senso antiorario per tenere traccia di tutti gli spostamenti.

Questo secondo tipo di neuroni sono stati chiamati P-EN e sono intrecciati con quelli individuati in precedenza. Il meccanismo individuato somiglia a un sistema che esiste nel cervello più complesso dei ratti e secondo Maimon, per questo ”la scoperta potrebbe aiutare a comprendere come funziona l’orientamento nel cervello dei mammiferi, tra cui l’uomo’‘. La scoperta è stata possibile grazie a moscerini geneticamente modificati in modo che i loro neuroni potessero produrre una proteina fluorescente: in tal modo è stato possibile osservare le cellule e identificare il circuito nervoso coinvolto nell’orientamento grazie a uno speciale microscopio, mentre gli insetti si spostavano su una pallina che teneva traccia dei loro movimenti.

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