Sono stati serviti in tavola i primi origami commestibili: sono dei sottili fogli di amido e gelatina stampati digitalmente con una particolare struttura che, a contatto con l’acqua, si ripiega da sola assumendo istantaneamente la forma desiderata, come quella della pasta. Realizzati nei laboratori del Massachusetts Institute of Technology (Mit) e cucinati da uno chef di Boston, potrebbero aprire la strada a nuovi modi per produrre alimenti facilmente impacchettabili e trasportabili in confezioni ‘salva-spazio’ con costi ridotti.
“Abbiamo fatto dei semplici calcoli, ad esempio per i maccheroni, e abbiamo visto che per quanto impacchettati bene, nelle confezioni il 67% del volume è occupato da aria“, spiega l’esperta di bioingegneria Wen Wang, tra gli autori dello studio presentato alla Conferenza internazionale sulle interazioni uomo-computer (ACM CHI 2017) di Denver, in Colorado.
“Crediamo che in futuro i nostri cibi che cambiano forma potranno essere confezionati piatti – precisa la ricercatrice – in modo da salvare spazio“. Ispirati da un batterio in grado di mutare forma a seconda dell’umidità, gli ingegneri del Mit hanno provato a “ricreare lo stesso effetto con materiali commestibili puntando sulla gelatina, che a contatto con l’acqua si gonfia: l’hanno stampata digitalmente in fogli sottili su cui sono stati poi impressi dei disegni fatti di cellulosa. Tale materiale fa da barriera all’acqua e, regolandone il contatto con la gelatina, determina la forma finale assunta dall’origami. Grazie a questa tecnica” hanno realizzato “strutture simili a maccheroni, rigatoni, cannoli e fiori.” In collaborazione con uno chef, hanno poi insaporito l’impasto con nero di seppia e plancton, e hanno creato perfino delle fettuccine che in acqua bollente si dividono in spaghetti.