La rivista Nature Astronomy pubblica uno studio di Università Statale di Milano e INFN che propone un nuovo modello realistico per stimare la massa di stelle di neutroni, oggetti compatti la cui densità supera di diverse volte quella nucleare.
Tra gli oggetti astrofisici esotici – spiega un Comunicato Stampa – che popolano il nostro Universo, le stelle di neutroni spiccano per le condizioni estreme di densità, temperatura, campo magnetico e composizione della materia: questi oggetti compatti (la cui densità supera di diverse volte quella nucleare) permettono di testare la nostra comprensione delle fasi più dense della materia adronica (costituita da particelle soggette all’interazione forte, quali protoni, neutroni e quarks) e le loro manifestazioni astronomiche stupiscono per la ricchezza dei fenomeni che possono essere osservati, sia attraverso l’intero spettro elettromagnetico, sia tramite l’emissione di onde gravitazionali e di neutrini.
Le pulsars, stelle di neutroni magnetizzate in rapida rotazione, emettono radiazione pulsata la cui regolarità supera quella degli orologi atomici; in molti casi, tuttavia, vengono osservati sporadici aumenti della frequenza di rotazione (glitches). Quelli più grandi sono spiegati dalla presenza di un superfluido neutronico all’interno della stella, che accumula temporaneamente energia rotazionale per poi cederla improvvisamente alla crosta osservabile, accelerandola.
I pulsar glitches sono quindi una evidenza macroscopica della superfluidità nucleare in materia super-densa e permettono di investigare le sue proprietà.
“Future osservazioni di pulsar glitches in sistemi binari permetteranno di verificare e calibrare il modello, vincolando a loro volta vari parametri microscopici della superfluidità nucleare, la cui trattazione teorica è tuttora affetta da notevoli incertezze” commenta Pierre Pizzochero, autore dello studio.