Si chiama Open Science lo spazio espositivo realizzato dall’Università di Torino al Salone Internazionale del Libro ed è dedicato alla scienza. È articolato in un’area eventi, ‘Talking About: la scienza per capire il mondo’ e in un’area espositiva, ‘Science with and for Society’. Nell’Open Science è possibile vedere oggetti di particolare valore della ricerca realizzata nel passato, dei veri propri ‘pezzi da museo’ che escono dall’Università per raccontarsi ai cittadini: il simulatore di volo Herlitza, il platismografo, la serra idroconica, il primo computer Olivetti. Tutti, eccetto la serra provengono dall’Astut, l’archivio dell’Università che conserva strumenti scientifici.
“La nostra presenza al Salone rimarca il ruolo dell’Università nella creazione e promozione della cultura nel territorio”, spiega il rettore Gianmaria Ajani. “Con il contributo dei docenti e con la collaborazione degli studenti presentiamo il valore della ricerca, e affrontiamo, facendo chiarezza, le problematiche più critiche dell’attualità correggendo le ‘fake news’ e promuovendo una corretta informazione sui temi che troppo spesso sono oggetto della diffusione di notizie fuorvianti”. Durante i cinque giorni del Salone sono previste narrazioni, racconti e documenti realizzati dagli studenti de Laboratorio Open Science dell’Incubatrice per l’Imprenditorialità Creativa e Culturale dell’Università utilizzando instant ebook che potranno essere scaricati direttamente al Salone.