Concentrato su se stesso, attratto dal web e soprattutto dalle relazioni sessuali, ormai incapace di fare il primo passo con le donne. Ecco il ‘cyber-maschio’ dei nostri giorni, secondo il ritratto tracciato dagli esperti sulla base di uno studio presentato in occasione del 41° Congresso della Società italiana di andrologia (Sia), che si conclude oggi a Milano Marittima. Poche le informazioni sulla sessualità, spesso distorte perché apprese online: così, spiegano gli andrologi, alle prime defaillance l’uomo si chiude in se stesso, non chiede aiuto al medico e lascia che problemi come la disfunzione erettile o l’eiaculazione precoce lo trascinino in una relazione di coppia insoddisfacente. Oppure in uno dei 20.000 matrimoni ‘bianchi’. Rivolgersi a uno specialista è, invece, il primo passo da compiere e per riconoscere i veri esperti, arriva il ‘bollino blu’ della Sia, mentre è già attiva una mappa per trovare l’andrologo più vicino (info su www.andrologiaitaliana.it). La ricerca ha coinvolto una cinquantina di uomini e donne dai 19 ai 60 anni, chiamati a rispondere a 10 domande sul ‘maschio 2.0’. Il 73% ritiene che l’uomo sia cambiato, ma in peggio. Per il 50% è infatti egoista, pensa più al web che alle relazioni concrete e, secondo il 69%, è ormai una realtà la parità nell’approccio sessuale. “Il maschio è sempre più il sesso debole – osserva Alessandro Palmieri, presidente Sia e professore all’Università Federico II di Napoli – La nostra indagine mostra che secondo il 69% delle donne ormai non è più lui a prendere l’iniziativa, che ormai è paritaria e può partire indifferentemente da lui o da lei”. L’identikit è quello di “un cyber-maschio in genere fra i 20 e i 40 anni, che dimentica le relazioni reali in favore di quelle virtuali, ancora alla ricerca di se stesso“. Resiste però il mito del macho, “modello ideale per il 16% degli intervistati“. “L’andrologo deve essere punto di riferimento per parlare di questi disagi e deve saper intercettare il maschio di oggi, capirlo nella sua identità in mutamento e prendere coscienza delle sue esigenze e dei suoi problemi nelle varie età della vita – affermano Carlo Ceruti e Danilo Di Trapani, responsabili della Commissione Sia progetto ‘Bollino blu’ – Molti giovani uomini oggi vivono in un equilibrio precario tra le illusioni della realtà virtuale e i problemi relazionali della vita vera; poi passano a un’età più adulta in cui la sessualità e la ricerca di paternità sono spesso messe in discussione da priorità di lavoro e stress di vario genere, fino ad arrivare più avanti negli anni a fare i conti con problemi di tipo organico“. Per questo Sia promuove il progetto di certificazione andrologica che individuerà i colleghi più preparati, aggiornati e pronti a raccogliere le sfide del nuovo millennio. Il ‘bollino blu’ è un’attestazione di competenza rilasciata agli specialisti che si sottoporranno a un iter di verifica di alcuni requisiti, primi fra tutti – spiega la Sia in una nota – un costante aggiornamento ed elevati standard qualitativi della prestazione. Una volta ottenuto, non sarà valido per sempre ma dovrà essere aggiornato ogni 5 anni, “per garantire ai pazienti affidabilità e credibilità del professionista inalterate nel tempo“, concludono i due esperti.