Sono sempre di più coloro i quali scelgono di passare dalle sigarette tradizionali ai cosiddetti vaporizzatori, ovvero quelle che sono generalmente note come sigarette elettroniche. Si tratta di una definizione, però, abusata, poiché in realtà questo tipo di vaporizzatori si distinguono sostanzialmente in sigarette di tipo meccanico e di tipo elettronico.
Per quel che riguarda le prime, si tratta di un comunissimo tubo di materiale metallico, di plastica o di altri materiali della stessa consistenza, che al loro interno ospitano una batteria che solitamente è agli ioni di Litio, come quelle dei cellulari, insomma. Nella maggiora parte dei casi, le sigarette meccaniche dispongono solamente di un pulsante tramite il quale aprire il circuito e alimentare l’atomizzatore. L’atomizzatore, a sua volta, è avvitato ad un’estremità del tubo e al suo interno vi è una resistenza, ossia una bobina di filo metallico, circondata da un materiale che trasporta il liquido delle ricariche per capillarità. Come funzionano questo tipo di sigarette meccaniche? In pratica, quando il circuito viene chiuso, alla bobina si applica una tensione e il passaggio di corrente elettrica genera una quantità di calore e vaporizza il liquido, consentendo così l’inalazione.
Le sigarette di tipo elettronico vere e proprie, invece, sono differenti da quelle di tipo meccanico, poiché tra batteria e atomizzatore hanno un circuito che modula la tensione applicata alla resistenza in base alle esigenze di chi le utilizza. Lo stesso circuito, inoltre, funge anche da ricarica della batteria ed evita potenziali corto-circuiti o comunque sia malfunzionamenti. Insomma, le sigarette elettroniche strettamente definite, offrono un maggiore controllo da parte dell’utilizzatore finale.
I vaporizzatori per sigarette elettroniche si possono acquistare presso i negozi autorizzati, ma anche tramite e-commerce presenti sul Web. Gli esperti di salute parlano ormai di questa nuova “moda” da circa 10 anni e la conclusione comunemente accettate è che svapare faccia meno male che fumare le sigarette tradizionali, occorre comunque sempre andarci con cautela.
“I liquidi delle e-cig – sottoline Krishnan-Sarin, ricercatrice di Psichiatria alla Yale University School of Medicine – contengono anche molti aromi chimici, come aldeidi, vanilline e alcol considerati sicuri per l’ingerimento, ma di cui poco si sa in merito alla tossicità di inalazione, in particolare quando sono volatilizzati ad alte temperature”. Per farla breve, le sigarette elettroniche fanno meno male del tabacco, ma occorre evitare quel fenomeno che è noto ai più come dripping. Secondo un recente studio, infatti, un adolescente su quattro, che fa uso di vaporizzatori, ha provato almeno una volta il dripping: si tratta della pratica che consiste nel far gocciolare la nicotina liquida direttamente sulle bobine delle sigarette elettroniche, in modo tale da avere nubi più spesse.