“Allo Sportello del cittadino, aperto dalla Regione Lazio a San Benedetto del Tronto dopo il sisma del 24 agosto per assistere gli sfollati laziali negli alberghi della costa marchigiana, le persone vanno per chiedere un vestito, un aiuto per una pratica, un documento o anche per non chiedere nulla“. Delle tante storie che si intrecciano tra coloro che hanno conosciuto il terremoto, alcune le ha raccontate Antonella Nina Onori, nel suo libro “Lo sportello degli addii”, quattro mesi con i terremotati di Amatrice e Accumoli (La Lepre Edizioni) che verrà presentato sabato alle ore 18 presso la libreria Rinascita di Ascoli Piceno.
“Chi come me accoglie queste persone sofferenti per aiutarle – spiega l’autrice del libro-diario – sa che ci sarà sempre una voragine tra quello che si può e quello che si vorrebbe fare per alleviare il dolore e lo spaesamento di chi ha davvero vissuto la fine del mondo”. Tanti i momenti raccontati nel volume, anche di molte situazioni risolte come quella di una ragazza aiutata a riscuotere le spettanze per le nipotine rese orfane del papà dal Terremoto. “Perché a quella il giaccone bello e a me no?” dice in accento romanesco una donna mentre le consegnano i vestiti, a testimonianza anche dei micro campanilismi nati da questa convivenza forzata. C’è chi si rammarica di aver dovuto lasciare le capre per fuggire, c’è la “terremotata di lusso sempre elegante”, c’è “la banda della lana fondata da due sorelle, una cognata e due altre amiche, capobanda dei gomitoli e dei ferri terremotati di Accumoli”. Un microcosmo che chiede solo di tornare a casa, in montagna.