Incendi, riserva di Porto Cesareo in fiamme: oggi la conta dei danni

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Dopo l’incendio di ieri, si contano i danni nella riserva naturale “Palude del Conte e Duna Costiera” di Porto Cesareo, dove il fuoco ha distrutto tra i 40 ed i 50 ettari di vegetazione palustre. L’intervento tempestivo dei vigili del fuoco ha impedito che il rogo si propagasse fino alla vicina pineta causando danni più gravi. Secondo quanto fanno sapere i responsabili dell’area marina protetta, alcune tra le abitazioni fatte evacuare ieri sono rimaste danneggiate.

Quanto alle possibili cause, secondo il presidente del consorzio Area Marina Protetta, Remi’ Calasso, “non si può escludere il dolo, viste le caratteristiche del rogo, avvenuto in una zona assai vulnerabile del parco, dove la vegetazione, in questo periodo, comincia a seccare e prende fuoco facilmente”. In ogni caso, l’autocombustione resta un’ipotesi poco accreditata, quindi, non si esclude una causa dolosa.

Ieri è indubbiamente stata una giornata di forte tensione: si sono vissute ore di paura sin dalle 11.30, subito dopo l’allarme. Intorno alle 22 sono stati spenti gli ultimi focolai. Nelle operazioni di spegnimento sono state impegnate diverse decine di persone tra vigili del fuoco, volontari della Protezione civile e carabinieri. Il primo focolaio è stato segnalato dalla termocamera piazzata proprio nella zona in cui l’incendio ha avuto origine.

“Il sistema di rilevamento ha funzionato bene – afferma Remì Calasso – e ci ha consentito di intervenire con tempestività”. A supporto dei vigili del fuoco e dei volontari sono intervenuti due Canadair e un elicottero. Stamattina e’ partita la conta dei danni, quelli alla vegetazione “idrofila”, che comunque si riprenderà presto, assicurano gli esperti dell’Area marina protetta, ma anche quelli alle abitazioni “costruite abusivamente negli anni scorsi e oggi ricomprese in area parco”, spiega Remì Calasso. La Riserva Naturale “Palude del Conte e Duna Costiera”, consta in tutto di 900 ettari ed è stata istituita nel 1997 con decreto del Ministero dell’Ambiente. È presidiata – spiegano – da un complesso sistema di videosorveglianza costituito da otto telecamere cui si aggiungono tre termocamere utili nel rilevamento di eventuali Incendi. Le strumentazioni si sono dimostrate un efficace strumento contro la pesca di frodo, avendo spesso fornito alle forze di polizia le immagini grazie alle quali sono stati scoperti e puniti i responsabili.

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