“I catalani sono vittime di uno Stato che ha messo in moto una persecuzione politica non propria di una democrazia nell’Europa del XXI secolo”. L’allenatore del Manchester City Pep Guardiola, eroe della panchina del Barcellona e a lungo titolare nella nazionale spagnola, è stato il simbolo mediatico della manifestazione convocata domenica dagli indipendentisti catalani per lanciare il referendum sulla separazione dal resto della penisola. Un appuntamento fissato per il prossimo 1 ottobre ma che Madrid non intende far celebrare, in quanto contrario alla Costituzione. Guardiola – un passato anche tra Roma e Brescia, in Serie A – ha letto una dichiarazione nella quale si chiamano “tutti i democratici dell’Europa e del mondo ad appoggiarci nella difesa dei diritti oggi minacciati in Catalogna” e ad affrontare uno Stato autoritario.
Per Pep lo Stato spagnolo porta avanti una “minaccia” che “colpisce tutti i democratici”, tra cui i funzionari pubblici “e gli imprenditori che si vedono pressati dalla procura e dalla polizia giudiziaria. Il governo centrale ha avvertito dipendenti pubblici e imprenditori delle possibili conseguenze in cui possono incorrere nel caso favoriscano la convocazione illegale in qualsiasi modo, dall’allestimento dei seggi alla verifica dei registri elettorali alla produzione del materiale referendario. Il discorso di Guardiola rimarra’ come “un esempio di infamia politica e di insulto al resto dei cittadini spagnoli“, scrive oggi il quotidiano “El Mundo” in un editoriale senza appello: “la dismisura, il ricorso alla delegittimazione e l’aggressività delle parole di Guardiola” prosegue il testo, “dimostrano l’animo di rottura unilaterale” di Barcellona.
Per il quotidiano “Abc”, definire “autoritario” lo Stato spagnolo è “una affermazione curiosa, se si tiene conto che Guardiola ha definito il Qatar“, dove ha giocato per due stagioni, “un paese ‘aperto’ e ‘occidentale'”. Diverse le critiche, come scrive il quotidiano “La Vanguardia” in una rassegna dei tweet più rilanciati. Come il presidente del Partido popular catalano che ricorda al centrocampista i lauti compensi presi quando giocava con le “furie rosse” e il segretario dei centristi di Ciudadans, Albert Rivera che si attende una pronuncia contro lo Stato autoritario della Germania, visto che il tribunale costituzionale tedesco ha bocciato una analoga iniziativa referendaria della Baviera.