Il lago Maggiore è sotto di 40 centimetri rispetto ai livelli dell’anno scorso, al lago di Como ne mancano 35 rispetto allo stesso periodo del 2016, mentre il Po questa mattina è sceso fino 3 metri sotto lo zero idrometrico al Ponte della Becca a Pavia. E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti Lombardia sui principali bacini e sulla rete idrografica della regione. “Questo inverno abbiamo avuto l’80 per cento di piogge in meno, la primavera non è andata molto meglio e l’estate sembra iniziata male dal punto di vista delle acque – spiega Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia – e la situazione potrebbe peggiorare ancora se non dovesse piovere in maniera costante nei prossimi giorni e settimane. Visto che oltre al Maggiore e al Como anche gli altri laghi danno segni di affanno”.
Il lago di Iseo ha un’altezza idrometrica di 78,5 centimetri contro una media 96.3 e ha un riempimento del 77%, il lago di Garda ha un’altezza di 68,8 centimetri contro una media di 104,3 e un riempimento del 43,2%. I bollettini meteo dei prossimi 15 giorni “prevedono una fase di perturbazione a partire da lunedì 26 giugno sino a giovedì 29 giugno con precipitazioni consistenti che potrebbero anche raggiungere le zone pianeggianti”. Se così non fosse “e se dovesse perdurare la situazione di criticità – dice Alessandro Folli, che presiede l’Unione regionale dei Consorzi – l’Anbi lombardo è pronto a chiedere al Presidente della Regione Maroni e all’assessore Beccalossi lo stato di calamità”.
In attesa di sapere come si comporterà il meteo è necessario iniziare a ragionare sulla creazione di riserve strategiche di acqua, come già esistono quelle di gas e petrolio. “Usando solo il 10% di tutte le cave dismesse presenti in regione – spiega Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia – si potrebbero creare bacini per 90 milioni di metri cubi di acqua, una misura pari alla metà di tutto il Lago di Como oppure a quasi una volta e mezzo quello di Iseo“. E conclude: “Riusciremmo a garantire l’acqua ai campi anche nei momenti di maggiore difficoltà estiva e potremmo recuperare dal punto di vista ambientale diverse aree della nostra regione, creando anche posti di lavoro”. In Lombardia la provincia con il maggior numero di cave dismesse è Pavia con 952 siti , segue Mantova con 598, Milano con 403, Brescia con 269, Bergamo con 158, Sondrio con 141, Cremona con 129, Varese con 108, Lodi con 89, Lecco con 42 e infine Monza e Como con una a testa.