“Una soluzione per compensare periodi come questi e che dovrebbe diventare strutturale è il riuso di acque depurate in agricoltura. Specialmente quando la sofferenza maggiore riguarda l’approvvigionamento da acque superficiali (cioe’ fiumi, laghi, bacini, e sorgenti) esposte al caldo e in generale ai cambiamenti climatici”. Cosi’ Utilitalia, la Federazione che riunisce i gestori dell’acqua, prova a fare il punto sulla Siccita’ che diffusamente sta colpendo alcune aree del nostro Paese.
Secondo Utilitalia “questo tipo di carenza idrica e’ normale se avviene alla fine dell’estate, a settembre, e non con un anticipo di tre mesi. Ad andare in crisi e’ la parte iniziale della filiera, il prelievo dell’acqua dalla sorgente (captazione). Le fonti di approvvigionamento di acqua per uso civile, per i nostri rubinetti, sono per l’85,6% acque sotterranee, per il 14,3% acque superficiali (corsi d’acqua, laghi e invasi artificiali), per l’0,1% acque marine o salmastre”.
“Il riuso dell’acqua in agricoltura e’ una delle soluzioni e non soltanto in situazioni di carenza idrica – osserva Utilitalia – ogni anno in Europa, secondo dati dell’Unione Europea, vengono ‘trattati’ nei depuratori piu’ di 40 miliardi di metri cubi di acque reflue, ma ne vengono ‘riusati’ soltanto 964 milioni di metri cubi. In Italia si trattano e si riusano ogni anno 233 milioni di metri cubi di acque reflue”. Per la federazione dei gestori idrici “bisogna applicare all’acqua gli stessi principi dell’economia circolare per ottenere effetti virtuosi”.