Siccità, pozzi e irrigazione campi: la Toscana verso il piano di emergenza

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Un piano straordinario di interventi contro la Siccità, indirizzato soprattutto alle zone più colpite dalla crisi idrica. E’ quanto discusso oggi a Firenze nel corso di una riunione presieduta dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, per individuare le azioni in grado di fronteggiare l’emergenza Siccità. Il piano, spiega una nota, prevede alcuni interventi in risposta all’emergenza (25 pozzi, per cui l’iter è già partito e che dovrebbero entrare in funzione nel giro di qualche settimana, e un’opera irrigua, per rispondere a un’esigenza immediata per l’agricoltura in Val di Cornia) e opere da realizzare nel medio e lungo periodo, per garantire la risorsa idrica nelle zone con maggiori difficoltà.

Rossi ha inoltre annunciato l’invio al Governo della richiesta di stato d’emergenza nazionale: l’accoglimento di questa richiesta permetterebbe di avere risorse per attuare i primi interventi emergenziali e anche di ottenere le deroghe necessarie per velocizzare la loro realizzazione. L’emergenza al momento interessa in maniera più pesante l’agricoltura, soprattutto quella delle zone sud della Toscana, costa e Maremma. Per quanto riguarda invece il settore idropotabile, le criticità maggiori vanno registrare all’isola d’Elba, nella Val di Cornia, nella Val di Cecina, e sull’area delle Apuane. La crisi idrica non ha prodotto grandi effetti nei grandi agglomerati urbani, protetti dalla presenza degli invasi di Bilancino e Montedoglio, che sono a livelli al momento rassicuranti e migliori di quelli registrati durante l’altra grande Siccità del 2012. In particolare, la diga di Bilancino e’ a quota 60 milioni di metri cubi su un massimo di 69 milioni. Anche le dighe di Levane e La Penna e le dighe sul Serchio sono tutte a livelli adeguati. La diga di Montedoglio si trova a quota 70 milioni di metri cubi su un massimo di 80 milioni.

“Queste situazioni di emergenza idrica stanno diventando sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico e dobbiamo fronteggiarle con azioni che ci garantiscano anche nel futuro– spiega, in una nota, il governatore Enrico Rossi-. L’ultimo piano da 120 milioni di euro varato nel 2012 a seguito di un’altra crisi idrica, già realizzato per l’80%, ha permesso di attenuare i disagi di questa fase di emergenza”. Altrettanto vuole fare adesso. “La mia idea– confida Rossi- è quella di integrare la costruzione di alcune grandi opere con un’azione capillare da attivarsi su tutto il territorio, verificando le condizioni per il recupero e l’utilizzo delle migliaia di piccoli invasi pubblici e privati che già esistono”.

A livello agricolo a soffrire maggiormente sono la zona Sud della Toscana, la costa e la Maremma con una riduzione del 30-40% del livello di produzione di cereali, ortaggi con una situazione ancor più acuta per quanto riguarda i girasoli e i foraggi. La carenza di acqua potabile, invece, si fa sentire all’isola d’Elba, nella Val di Cornia, nella Val di Cecina, e sull’area delle Apuane. Le grandi aree urbane, invece, sono state salvate finora dall’invaso di Bilancino (con 60 milioni di metri cubi sui 69 milioni disponibili) e da quello di Montedoglio (70 milioni di metri cubi su 80), i cui livelli sono migliori rispetto alla grande siccità del 2012. Buona e’ la condizione anche delle altre dighe.

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