“Portare in Campidoglio l’Europa vuol dire fare incontrare 27 Paesi che agiscono sulla base di obiettivi comuni, laddove sessanta anni fa, nella vicina Sala degli Orazi e dei Curiazi, i Paesi firmatari dei Trattati di Roma erano sei”. Lo ha detto la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, nel corso del suo intervento in Campidoglio al convegno ‘Space policy for Eu integration’.
Eppure “nel 1957- ha aggiunto Fedeli- non si pensava certo alle politiche spaziali. Oggi sono un punto di forza dell’Unione e contribuiscono a rafforzare le politiche di integrazione. Questo ci porta a fare una riflessione: i Padri dell’Europa erano politici consapevoli delle sfide che attendevano le società in cui vivevano, dei rischi e della necessità di affrontare tutto questo insieme. Erano politici pragmatici, che agivano sotto una spinta ideale. E questo corrisponde esattamente a ciò che si fa nello spazio, un settore strategico, una priorità di intervento che rappresenta un elemento essenziale per la sovranità di ciascun Paese”.
“I due programmi dell’Unione Europea– ha spiegato ancora la ministra- realizzati dall’Esa, l’Agenzia spaziale europea, ovvero Copernicus e Galileo, sono asset cruciali. Galileo, nello specifico, che recentemente ha messo in funzione il suo sedicesimo satellite, ha un enorme valore politico che inizia appena ora ad essere percepito nella sua interezza. È il risultato di una proiezione globale dell’Unione che, grazie ai servizi di questa costellazione, sara’ presente in tutto il mondo, volando alto e parlando con una sola voce, quella di un servizio accessibile a tutte e a tutti e a qualsiasi latitudine. In questo quadro la componente ‘servizi e applicazioni’ derivanti dall’Osservazione della Terra e’ destinata a crescere, creando una formidabile catena di nuovo valore in grado di arrivare a tutti gli utenti, istituzionali, commerciali e privati cittadini”.
La strategia spaziale per l’Europa, ha detto ancora la ministra, è “ambiziosa e, in quanto tale, dovrà essere accompagnata da un ugualmente ambizioso piano finanziario per i prossimi anni. Un budget per lo spazio che possa garantire, tra le altre cose, lo sviluppo dei mercati downstream, strettamente legati alla continuazione di Galileo e Copernicus; il consolidamento di un accesso autonomo, affidabile e sostenibile allo spazio, attraverso l’utilizzo dei lanciatori europei Vega e Ariane; la continua attività di ricerca e innovazione, soprattutto per quanto riguarda le tecnologie; la trasformazione in veri e propri programmi dell’Unione europea, con un budget dedicato, di iniziative quali quella relativa alla Sorveglianza e al Tracciamento Spaziale per proteggere le infrastrutture europee dai detriti spaziali; e, non ultimo, l’avvio di nuove iniziative quali Govsatcom, per assicurare l’accesso a servizi di comunicazione sicuri, efficienti e cost-effective per tutti gli attori istituzionali europei. Il sostegno alla space economy- ha concluso Fedeli- è fondamentale per la creazione di nuove aziende, start up e piccole e medie imprese. Non è un caso che questo sia infatti previsto nella strategia spaziale nazionale, che in Italia è già stata avviata con successo, affidando all’ASI, l’Agenzia Spaziale Italiana, il ruolo di architetto di sistema”.