Tra gli elementi fondamentali per sostenere la crescita economica del Paese, vi sono indubbiamente l’efficienza energetica e la sicurezza dell’approvvigionamento. Dal punto di vista dell’efficienza non si hanno solo consumi ottimali delle risorse e risparmi sui costi, ma soprattutto riduzione di emissioni inquinanti e una maggiore tendenza verso la low carbon economy, ossia la decarbonizzazione dell’economia. Partendo da questi presupposti l‘Unione europea ha varato un piano per “sviluppare un’economia a basse emissioni di carbonio, che entro il 2050 consenta ai Paesi Ue di ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell’80 per cento rispetto ai livelli del 1990, che consenta di ridurre le emissioni del 40 per cento entro il 2030 e del 60 per cento entro il 2040, che permettano una transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio il piu’ possibile fattibile ed economicamente abbordabile.”
In conseguenza a ciò il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell’Ambiente hanno dato ufficialmente il via alla consultazione pubblica sulla Strategia energetica nazionale (Sen). Si legge nella nota del Mise, “i progressi tecnologici compiuti sulle fonti rinnovabili, sui mezzi di trasporto, sui sistemi di accumulo, sull’efficienza energetica, sulla tecnologia della comunicazione offrono una rinnovata possibilità di risolvere il conflitto tra prezzi concorrenziali dell’energia e sostegno alla decarbonizzazione”. E la Sen rappresenta un modo per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione in maniera realistica e economicamente abbordabile, come chiesto nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
In base a quanto già fatto dall’Italia e a quanto richiesto dall’Ue, gli impegni europei al 2030 con una quota di rinnovabili del 24 per cento siano sostanzialmente alla nostra portata. Si ritiene inoltre che si possa e si debba andare oltre, indicando per le rinnovabili un obiettivo minimo del 27 per cento, che si tradurrà, per il settore elettrico, nella copertura di almeno la meta’ del consumo con fonti rinnovabili. Sempre nel settore elettrico, “riteniamo anche possibile rafforzare l’impegno nazionale per la decarbonizzazione, definendo e avviando rapidamente gli interventi che consentiranno di azzerare l’utilizzo del carbone nel settore elettrico al massimo entro il 2030”. Secondo l’Nce Report, nei prossimi 15 anni in tutto il mondo “saranno investiti 90 mila miliardi di dollari in infrastrutture. Una spesa straordinaria necessaria allo sviluppo di nuove economie e modelli di crescita basati su tecnologie e prodotti per la decarbonizzazione, che entro il 2030 potrebbero generare un mercato da 5.500 miliardi di dollari.”